La Nave Diciotti ferma da oltre una settimana al porto di Catania ha sollevato un intenso dibattito politico interno ed estero, ancora molto vivace, con effetti disgreganti, rispetto alle azioni più opportune da promuovere per salvare uomini, donne e bambini. Trattandosi di proteggere persone da sofferenze, epidemie, promiscuità, sembrerebbe che la risposta umanamente più plausibile debba essere quella dell’accoglienza senza condizioni. Eppure questa logica dei fatti non si sta avverando, o almeno si constata come gli impedimenti all’accoglienza siano politicamente superiori alla missione umanitaria tante volte citata in casi analoghi.
Tra i leader preposti alle decisioni che contano, non si parla di buon senso, ma solo di protezione di chi è già protetto e che non dovrebbe sentirsi minacciato da un centinaio di nuovi arrivi, numero sparuto rispetto ai numerosi precedenti sbarchi e al numero di chi ha già fatto il proprio ingresso nel continente. Altri Paesi europei, pur con le porte semiaperte, non lanciano messaggi di intolleranza come quelli che si stanno registrando in Italia.
La mobilitazione sociale intorno ai migranti ospiti della Nave è comunque alta e rappresenta una seria e sostenuta forma di consapevolezza delle priorità da rispettare.
Il 21 agosto 2018 l’AIMMF, Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, diffondeva il comunicato stampa con cui esprimeva preoccupazione per le 177 persone a bordo già salvate dalla Guardia Costiera e richiamando ai doveri internazionali verso i soggetti vulnerabili, tra i quali i minori, i minori non accompagnati, i genitori singoli con figli minori sottolineava come i minori della Diciotti andassero accolti secondo i procedimenti propri dei Tribunali per i minorenni, evitando ritardi e nuovi traumi.
Il 22 agosto 2018, Terre des Hommes, tra molti altri organi associativi e di stampa, allarmava sulla situazione dei minori e ne chiedeva lo sbarco immediato. Gli appelli da parte dell’Autorità Nazionale per l’Infanzia e Adolescenza, dei magistrati per i minori, del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute sono uniti in una sola voce perché si rispettino la legge italiana e le convenzioni internazionali sulla protezione dell’infanzia.
Il 23 agosto 2018 il Garante per l'Infanzia e l’Adolescenza del Lazio segnalava la disponibilità di famiglie e tutori in grado di prendersi cura dei minori della Diciotti. Su facebook il gruppo di Tutori volontari del Lazio per i MSNA confermava la necessità di attuare la legge 47/2017 e rinnovava il proprio coinvolgimento immediato. Mentre i No Border manifestavano per lo sbarco di tutti i migranti, il video della psicologa di Medici senza frontiere trasferiva a tutti l’esperienza del viaggio ed il significato del rifiuto vissuto dai bambini migranti.
Il 24 agosto 2018 un nuovo rapporto del Garante per i diritti dei detenuti elencava le condizioni inaccettabili dei migranti, l’informativa su quanto visto sulla Nave è inviata alle Procure di Agrigento e di Catania per le opportune valutazioni; parallelamente le associazioni del Tavolo Asilo indirizzavano una lettera al Governo italiano affinché venisse autorizzato lo sbarco delle 150 persone ancora sulla Nave.
La cronistoria della Diciotti dimostra come la distanza tra i politici e la popolazione stia diventando abissale. Le ragioni del “no” all’accoglienza scivolano come acqua sulla roccia di cui è fatto il pensiero cosciente della società civile, capace di offrire alternative credibili e concrete, testimonianza di quel nuovo umanesimo che conduce alla liberazione da ogni forma di schiavitù.
Sandra Chistolini