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Crollo ponte Morandi. Aduc al Governo: Festina lente!
Claudio Mellana, Senza parole
Claudio Mellana, Senza parole 
16 Agosto 2018
 

FirenzeFestina lente! “Affrettati lentamente”, dice la saggezza latina, cioè agisci senza indugi, ma con cautela.

A questo importante richiamo non si stanno attenendo in questo tragico momento i membri del governo in carica. Si era appena verificato il crollo del ponte Morandi a Genova che tutti, da Toninelli a Di Maio e poi anche a Conte, passando da Salvini, impegnato in terra di ‘ndrangheta, hanno iniziato a far volare parole grosse contro la Società Autostrade, promettendo sia di comminarle una sanzione pecuniaria sia di revocarle la concessione. Subito, seduta stante. Ancora prima che si siano stabilite le responsabilità da parte della Magistratura, perché lor signori dicono: “Non possiamo aspettare i tempi della giustizia”. Il che detto da chi è al governo fa rabbrividire.

Ora, è chiaro che la Società Autostrade ha delle responsabilità e sicuramente gravi, anche più pesanti di tutto quel calcestruzzo che è precipitato su fabbriche, case, vie della città, portando con sé morte e distruzione inenarrabile. Però è anche vero che, a mio avviso, un governo non può agire sull’onda emotiva e della rivalsa (nota dolente che connota diversi membri di questo governo) contro questo o quel gruppo a esso inviso, perché è possibile che, dopo qualche tempo, esso debba risarcire il presunto colpevole, riconosciuto un domani non così responsabile come oggi appare. Ma con quali soldi un governo risarcisce chi è stato ingiustamente punito? Con i soldi dello Stato, cioè di tutti i cittadini, e quindi, agendo in modo avventato, questo governo può causare un grave danno a tutto il Paese. Molto più grave, probabilmente, del danno economico causato dal crollo del ponte Morandi.

Ma c’è di più, cioè un pericolo ancora più imminente di dilapidazione di denaro pubblico, se si insiste a battere la via della disdetta della concessione a Autostrade. Perché, la concessione scade nel 2038 (o 2042?) e quindi la società dovrebbe essere risarcita dei mancati introiti da qui ad allora.

Io spero fortemente che, di fronte alla realtà, che certamente saggi consiglieri vicini al governo (ce ne saranno, mi auguro) metteranno in rilievo, e di fronte alla complessità e alla pericolosità delle operazioni da mettere in atto per fare quanto proclamato, i ministri e il presidente del consiglio, agiscano in modo più ponderato di quanto vogliano far credere adesso. Un atteggiamento obbligato, questo della ponderatezza, per un governo, perché a esso non è consentito lasciarsi andare a reazioni scomposte dettate dall’emozione e dalla rabbia, che possono essere invece ammissibili per i comuni mortali.

Di conseguenza, determinazione, sì, ma anche, di pari passo, ponderazione.

Festina lente, appunto. Fai quello che devi fare, che è giusto fare, che è necessario fare, guardando bene però dove metti i piedi e le mani, perché tu non debba fare errori madornali e, poi, tornare sui tuoi passi, drammaticamente scornato e, in questo caso, avendo rotto le ossa a un’intera Nazione.

Per il bene di tutti, questo è l’augurio che oggi faccio a questo esecutivo che purtroppo non riesce ancora a capire che, avendo il potere, non deve continuare a lanciare proclami, ma esercitare detto potere con sobrietà e fermezza, nei limiti delle leggi vigenti, che possono anche essere cambiate se appaiono carenti. Ma sempre con calma e con lungimiranza, che sono le virtù di chi è forte per davvero.

 

ULTIM'ORA – L'improvvida foga governativa sta facendo crollare in borsa il titolo di Atlantia (-15%), e in un articolo su Repubblica si legge che la società fa notare che l'annuncio della revoca della concessione «è stato effettuato in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell'accaduto» e aggiunge: «Le modalità di tale annuncio possono determinare riflessi per gli azionisti e gli obbligazionisti». E infine ribadisce che, «anche nell'ipotesi di revoca o decadenza della concessione - secondo le norme e procedure nella stessa disciplinate - spetta comunque alla concessionaria il riconoscimento del valore residuo della concessione, dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili».

Da qui a una causa per danni contro il governo o singoli esponenti di esso il passo è breve. Purtroppo: Come Volevasi Dimostrare.

 

Annapaola Laldi, per Aduc


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