Olivo Ghilarducci
Le braccia al collo
Amore e politica nel ’68
Maria Pacini Fazzi Editore, 2018, pp. 176, € 14,00
Olivo Ghilarducci, docente di Statistica, persona dai molteplici interessi che ha rivestito anche la carica di Sindaco, nel suo primo romanzo ha parlato del ‘68, ma soprattutto ha parlato d’amore: due passioni che si intrecciano prendendo forza l’una dall’altra.
Franco, il protagonista, parte da una città di provincia e va a Roma per frequentare la facoltà di Statistica. È cresciuto secondo i principi cristiano cattolici sotto la guida di due zie suore. È sicuro che la buona volontà e le capacità gli permetteranno di costruire una vita più sicura di quella dei suoi, in un momento in cui ai figli delle classi più modeste solo il titolo di studio garantiva di salire uno scalino della scala sociale.
Attraversa il ’68 nella capitale dove arrivano le notizie di ciò che si sta muovendo in Francia, nell’Ungheria di Dubcek, nel mondo. Porta nel Movimento Studentesco i suoi sogni di una società dove siano abbattute le differenze, dove ognuno possa realizzare se stesso in libertà. È ammiratore di Don Milani e decisamente democristiano ma con aperture al pensiero di sinistra.
Del periodo romano Ghilarducci non trascura di ricostruire gli scontri violenti tra polizia e studenti – Franco ha corso dei rischi seri –, di accusare il Potere che impone la sua forza, di ricordare la critica allora mossa al Movimento da certi partiti, che definivano borghesi gli studenti in lotta.
Come tutti i fuorisede Franco condivide l’appartamento con altri studenti, ed anche il tempo libero. Così incontra Giuliana e scoppia un amore inatteso che lo sorprende e lo emoziona. Ma i tempi non sono ancora maturi: le loro classi sociali lontane e diverse rappresentano un ostacolo. La famiglia di Giuliana lo rifiuta con garbata freddezza e Franco, che lotta senza arrendersi per il suo amore, diventa il simbolo stesso di quelle ingiustizie per eliminare le quali il movimento studentesco e il mondo operaio si stavano muovendo.
Quello di Ghilarducci è un romanzo che riporta agli occhi di chi è stato allora presente certe immagini di telegiornali, notizie, fatti di allora, lontani e vicinissimi allo stesso tempo: un momento che ha condizionato la vita e le scelte di tante persone. Il ’68 ha cambiato davvero tutto, le università, la scuola in generale, il mondo del lavoro, i rapporti sociali, la moda, l’arte. La ricerca di libertà era dovunque. Vietato vietare il suo motto, l’obiettivo era quello di distruggere ciò che rimaneva di un passato autoritario alle spalle.
Senza dubbio quello di Ghilarducci è un romanzo che incuriosisce chi quei tempi li ha conosciuti e chi ne ha sentito solo parlare. Per i giovani ha la valenza di un documento storico insieme alla piacevolezza del romanzo: i giovani dovrebbero sapere che le loro libertà, di cui alcuni stupidamente abusano, non sono arrivate senza dolore e sono state conquistate a fatica. Per questo vanno difese.
Olivo Ghilarducci non dà niente per scontato: puntualizza, indaga i sentimenti, analizza le situazioni. Sa ricostruire un carteggio amoroso molto bello, lettere che oggi non avremmo più il coraggio né la capacità di scrivere. Non mancano momenti di tensione all’interno di una struttura pensata, con una attenta gestione dei fatti e di coincidenze.
Il romanzo è ricco di storia, di passione, di belle amicizie, di affetti familiari, di musica, di cultura. Di scorci belli di Roma. Ed anche di Lucca, vista dagli occhi di chi ama la sua città.
Marisa Cecchetti