Denise Ciampi
L’amore di Greta per i pappagalli
Stampa alternativa, 2018, € 12,00
Si riconosce – come un ritorno a casa – il linguaggio di Denise Ciampi, con quella sua capacità di coinvolgere il lettore creandogli intorno una atmosfera di mistero, con personaggi che sembrano fuori dalla realtà, segnati da un passato che condiziona le loro scelte di vita in modo -sembra- irreversibile. Greta, la protagonista di questo nuovo romanzo, suscita interrogativi fin dal suo apparire. Bastano pochi tratti a farcela immaginare una donna che ha dimenticato la sua ancor giovane età, il suo corpo, la vita oltre la porta di casa. Suoi compagni sono i pappagalli, ricordo del padre, che vivono in gabbia: «A Greta piaceva osservare quegli uccellini, che mentre il padre partiva e la madre si destreggiava tra misteriosi orari di lavoro e strane fughe durante le quali la lasciava a giocare con i figli di una vicina, restavano sempre lì ad aspettarla nella loro gabbietta, bastava tenerli puliti, ricordarsi dell’acqua e dei semi e tutto sarebbe andato bene». È cresciuta con la nonna, donna di poche effusioni affettive e di poche parole, comunque una sicurezza, Maria la vedova, altrimenti La Gatta.
Greta fa paura a chi bussa alla sua porta, e lei caccia via gli intrusi.
In flashback si ricostruisce la storia dei suoi genitori che hanno vissuto gli anni della contestazione e delle lotte sindacali, della lotta armata, della risposta violenta al Sistema: «Lo sai anche tu, lo abbiamo sempre detto: il sistema capitalista è in crisi… va verso la sua fine. Abbiamo la responsabilità storica di contribuire alla fine di questo sistema tenendo alta la conflittualità sociale».
Femminista Marta, la madre, emancipata e libera, colta, ma incapace di un amore pienamente materno, che ha comunque creato un forte legame con la figlia attraverso le fiabe raccontate. Essere femminista, per la nonna era come essere una strega.
Impegnato in prima persona nella lotta Giacomo, il padre; entrambi destinati ad una fine tragica ed inattesa. I gatti hanno un ruolo importante per Greta in un suo lungo momento di depressione: «I gatti, ignari di tutte queste questioni, si limitavano ad avvicinarsi con le code dritte, a mangiare quanto gli era offerto e a defilarsi nuovamente oltre le sbarre di ferro sverniciato del cancello. In questa ciclica normalità, senza insistenze e sentendomi quasi inosservata, presi a mangiare anch’io, attingendo dal contenitore che mia nonna aveva preparato per me e che aveva appoggiato con noncuranza sul muretto, in modo analogo a quanto avveniva per i gatti».
Dalla ricostruzione del passato emergono figure che portano sul viso il segno di passioni forti, ma anche storie di liberi amori vissuti con la caduta dei tabù. Matera, altrimenti Rocco, è l’uomo passionale arrivato da un Sud ancora arcaico, che si innesta nella vita di Marta prima, e poi torna a presentarsi in quella di Greta.
Si respira aria di salmastro sul litorale di Marina di Pisa, si ritrova lo stabilimento della FIAT, si aprono scorci di trattorie sulla strada del lungomare. E c’è spazio anche per coltivare i sogni.
Si coglie una evoluzione nella persona di Greta, finora chiusa alle relazioni ed all’amore, ragazza che prova dolorosi sensi di colpa, attratta dalla vita delle Sante martiri. La trasformazione è provocata dall’ingresso deciso di una ragazza in casa sua, Alice, che non chiede nemmeno il permesso di invadere quegli spazi. È la persona attraverso la quale Greta riprende contatto con se stessa, e volentieri si affida alle mani di Alice che ne curano l’aspetto e ne risvegliano la femminilità.
Intanto anche un nuovo pappagallo è entrato in casa, Principe, e fitto diventa il chiacchiericcio di pappagalli, che salutano, chiamano, ripetono. Sono legati ad un trespolo da una catenella, non si possono allontanare oltre la sua lunghezza, hanno sempre dormito quando lo ha deciso Greta, buttando un panno nero sopra la gabbia, per fare notte.
La rinascita alla vita di Greta sarà nuova vita anche per i pappagalli.
Marisa Cecchetti