Era mia intenzione cominciare l'anno nuovo con notizie allegre o almeno tali da poterci scherzare su, ma è difficile davvero. A che fare riferimento? impiccagioni digiuni preghiere superstiziose mescolanze tra invocazioni al cielo e compiti dei governi, sciamani che cercano aerei scomparsi, papi che all'Angelus fanno dichiarazioni sull'acqua tali e quali quelle di Alex Zanotelli e poco manca che citino le Rogazioni, un tempo in uso nelle campagne per invocare pioggia nelle siccità o, in un anelito di ecumenismo, riabilitino il mago della pioggia e simili superstizioni (che naturalmente, come tutti i miti, hanno un loro fondamento di verità esperienziali o sapienziali ecc. ecc.).
E valga il vero: volete fare battute sulla pena di morte? giusto per sbeffeggiare il comandante americano, che pieno di compunzione afferma che loro Saddam lo avrebbero impiccato molto più pulitamente? nessuno ha dubbi sulla perfezione tecnologica acquisita nel macabro rituale negli USA, fanno apparire barbari tutti gli altri somministratori di morte di stato. Oppure non dimenticarsi di ricordare che l'abolizione della pena di morte è una delle nostre glorie, o no? Il primo stato al mondo che l'abolì fu il Granducato di Toscana, certo il più avanzato degli stati italiani preunitari e il più evoluto in ogni campo. Forse per popolare adesione a tal gesto in Toscana si diceva abitualmente “porco Pio IX!” il papa sotto il cui regno di pene di morte ne furono eseguite alcune centinaia, ne è prova anche la Tosca pucciniana. E anche la prima inappellabile confutazione dell'efficacia della pena di morte risale a Beccaria, il famoso giurista illuminista milanese, nella cui cerchia intima anche Manzoni, figlio di Giulia Beccaria nacque, vivendo in un famoso Pacs con la moglie svizzera e non cattolica, fino alla comune conversione.
Insomma le solite cose da professoressa.
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Dall'Iraq comunque qualche buona notizia c'è: i democratici statunitensi sembra non facciano sconti a Bush e chiedano con forza il rientro delle loro truppe, e la Pelosi ha cominciato a citare per i soldati statunitensi uccisi in Iraq l'infausto precedente del Vietnam, nome fosco ed evocatore di tetri presagi per gli USA.
Ma torniamo in Europa: la sola notizia da ridere (amaro o verde) è che l'appena nominato vescovo di Varsavia, capitale dell'amata patria del venerato Giovanni Paolo II, il papa "santo subito" (sarebbe uno dei tre miracoli richiesti per la beatificazione?), fu una spia dei sovietici. Non c'è fine alle gaffes del Vaticano e dei suoi reputati organi di informazione e uffici (il più famoso fu retto come ministro per decenni da Ratzinger...): ma il meglio sono le dichiarazioni dello stesso vescovo, che ha appunto rese note le sue dimissioni quasi prima di entrare in carica, aggiuntavi come giustificazione, che è vero, fu spia per i sovietici, ma non disse mai nulla che facesse del male a istituzioni o persone cattoliche. Vuol dire che si vanta di avere danneggiato solo dei miscredenti, magari protestanti, o denunciato solo ebrei, zingari, oppositori politici, magari liberali o socialisti o comunisti dissidenti? oppure di avere mentito su tutta la linea al KGB? in ogni caso "pezo 'l tacòn del buso" come dicono in Veneto, peggio la toppa che il buco.
E il papa che dice? niente, sembra che non fosse ancora informato, all'Angelus, nella tarda mattinata di domenica 7 di tutto lo sconquasso che stava accadendo a Varsavia. Infatti ha parlato del battesimo, della famiglia e dell'acqua, con parole ispirate e politicamente corrette, sulle orme di Alex Zanotelli, naturalmente non citato, è uno pericoloso: forse ai suoi bei tempi il futuro precario vescovo di Varsavia lo avrebbe denunciato al KGB. A me che amo i richiami simbolici è venuto in mente subito -si sa sono maligna- che l'acqua lava quasi tutto, dunque una buona lavata d'acqua battesimale e vanno via tutti i peccati originali o meno; una lavata di panni sporchi in famiglia e si ricomincia, raccomandando un po' più di attenzione e prudenza: «nisi caste saltem caute», se non riuscite ad essere puliti, almeno siate cauti, come diceva il famoso abate Casti ai suoi bei tempi.
Lidia Menapace