Il benessere europeo è evidente come il malessere diffuso in questo aprile 2018.
Poiché non sono un seguace di Lapalisse specifico: a 61 anni dalla costituzione dell’unione europea, la pace goduta negli Stati aderenti alla comunità ha prodotto un benessere mai goduto nel mondo con tanta partecipazione di cittadini. La circolazione libera di 500 milioni di persone, gli interscambi culturali giovanili, i commerci illimitati fanno vivere in una dimensione da bengodi a tantissima gente. E tuttavia permane la percezione di uno stato di fragilità che risalta nei passaggi elettorali interni agli Stati, negli eventi terroristici e, soprattutto, in tutto quanto è connesso col fenomeno migratorio (arrivi ed integrazione).
L’anima europea non è serena potremmo dire da queste terre che furono del leone della Serenissima. L’anima europea tende a chiudersi su se stessa. Non apre ai migranti, ma li rigetta addirittura.
Se l’origine di questo timore fosse un male oscuro dell’anima starei zitto, perché non sono pratico né di esorcismi e nemmeno di laica filosofia.
Se, invece, i 500 milioni di cittadini europei avessero una sola carta d’identità: Repubblica Europea, Stato (….), Comune di… CARTA D’IDENTITÀ N° …, allora il benessere avrebbe una consistenza misurabile direttamente in ogni spostamento, e, soprattutto, si stabilizzerebbe: l’Europa esprimerebbe una sola politica ai non europei. Diventerebbero un po’ più piccini i nostri dirigenti: più conformi alle loro anime.
Puigdemont, il leader catalano perseguitato e non sostenuto perché non rivendica la cittadinanza unica europea potrebbe tornar libero di muoversi benché lui non la rivendichi. Non dico una parola sugli autonomismi leghisti, ma penso che perfino loro capirebbero che vengono sviluppati proprio attutendo i confini degli Stati nazionali.
Voi, che ne dite?
Carlo Forin