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Vetrina, In libreria/ Maria Lanciotti. Suono e visione – 2/3
(foto P. Garofalo)
(foto P. Garofalo) 
26 Marzo 2018
 

*

nevischio


strano tepore (indosso la sola

[camicia)


orme (sul manto di neve)


in salita


(gioco infantile: calcare il passo di chi mi precede)

(ma questo è doppio del mio)


senza pensieri senza uniformi


(sangue bollente fredda la fronte)


senza stupori


lascio la valle nella foschia


(la mente racconta leggende)



*

sentiero


(a spirale) sul monte


rigoglio sipario estraniante


domande

abbandono la pista



improvviso uno squarcio:


una fonte straripa



*

luce riflessa


donne:

vesti severe lavano panni il petto gonfio la vita stretta ridono

cantano sbattono panni


bambini:

sollevano gonne giocano a: “d’oro e d’argento” “con la fede

e con l’anello” “del serpente che viene giù dal…”


uomini:

guardiani di porci d’agnelli di boschi mantelli stivali (assembrati)

cappelli nemmeno uno sguardo alle donne ai bambini


lontano guaiti



*

rientro


ritrovo le orme (precise profonde)


discontinue le mie (chi seguo perché)


io…

vibrazione


seguimi

imperativo innestato al cervello

ribelle



letto di fiume fra altissime sponde


scavato dall’orgia di piene


asciutto biancheggia


nel crepaccio le orme



*

vacillo


nuda (la camicia strappata)


sul ciglio riversa


dormo (o deliro?)


la vecchia pastora scruta la linea del cuore (solchi di fede) puzza di

gregge e di anni ritraggo la mano… ma il suono… pervade…


riconduce alla…


NECESSITÀ


laggiù vallata sospesa


lassù perentoria l’impronta



*

una grotta m’attira


meandri


resti di fuochi


pareti compatte


(la valle le luci la fonte)


ronzio fra le ossa del cranio


(il calore le voci)


indietreggio

a tentoni



*

vapori


le orme (mi cedono il passo)


dirette alla vetta



profumi soavi


assenza di peso

cielo fornace


tendaggio

(garza azzurrina) riluce



*

un varco nel vano


vedo animali accoppiarsi strisciare di fusti


e


lontanissimo


avanzare di un uomo (un puntino)



incombe

la notte


mi pento:


(confesso: ho seguito obiettivamente interessata fenomeni

razionalmente spiegabili viaggi galattici velocità di fuga

spazio-tempo relatività chiamo a testimone einstein)


(seguo orme inumane la mia casa atterraggio per ospite

alieno volendo si può trovare la logica)



*

la verità?


uno sparo

rimbomba

pallini a ventaglio


il falco

muore ai miei piedi


(l’occhio mi penetra vitreo: appartengo alla razza

che uccide chi vola)


brilla un falcetto: il bracconiere s’adorna del rostro


b

  a

     s

        t

          a


dal viluppo


con furia mi snodo



*

vieni


una mano afferra la mia


mi trae sull’altro versante


(perdo la vista del puntino che sale)

(il sole declina non posso aspettare)


discendo

volando


il tracciato


(fango foglie aggrumate)


un daino mi taglia la strada


ancora uno sparo


la fuga


un riparo



*

nel covo


zingara amante vestita di stracci oro rame coralli


brigante afferra e solleva


frenetico rito d’amore


odore di sesso e di muschio


amore

(impercettibile ai sensi)


amore

(inconcepibile luce)



*

orme su orme


(passi di uguale misura)


al ritorno



quanta strada in un giorno


(non temo la notte imminente)


sorvolo


distese di fiori


inodori



*

oltre


altolà: puntate alla schiena le canne d’una doppietta

(o bidente?)


proseguo incurante


specchio opaco incoronato di canne

giace nel suo fondo insidioso

malinconico e tetro


(falda affiorata o acqua stagnante di monte?)



oltre


scarto bizzarro: seminare il compagno

lo perdo… nel folto del bosco… m’inoltro



*

massi


radici infinite saldano antichissime mura


dimora

varco la soglia


in fondo brilla la luce d’un fuoco


respiri pesanti: dormienti


che fare?

è calata la notte



distesa sullo strato di paglia


osservo


le scintille salire


(dove vanno a morire?)



*

una scala


(di corda): salire?


e questi dormienti: chi sono?


memorie

attrattive


penso di:


spezzare la rappresentazione con la danza dei tizzoni ardenti ma

il fuoco langue


io languo


l’evidenza s’impone


la scala


(chissà dove porta) prendo a salire



*

miracoli


a ogni piolo


(grappoli: di fiori di frutta di api)



in alto chiarore


in basso buio vischioso



proseguo

(non più di corda la scala ma di roccia scavata)



*

chi prega e si danna?


amore mio

voragine e gorgo


amore mio

desiderio passione


amore mio amore mio amore


DISPERATA RICERCA


parvenza illusione (mio spettro)


mia ascesa e caduta



*

precipito


(insanguino la montagna sventrata: perdizione e riparo)


in verticale sul fuoco



atterro senza dolore:


qualcuno mi abbraccia


dentro



che piange con me


la notte stellata


che muore



*

albeggia


narcisi alteri


convulse primule


una forca s’innalza


si spalancano chiese


qui sosto

 

 

(Da: Maria Lanciotti, Suono e visione, Cierre Grafica, 2006)


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