I bisbigli sulle cime diventavano striduli.
Il piccolo uccello dal ramo gioiva nel vedere la mamma intenta a cercare.
Lei avanzava con grazia nel fresco del mattino verso i piccoli garofani gialli e ne pregustava la prelibatezza mentre lui ne seguiva cauto la scia.
Le corolle si aprivano lentamente come per magia e al primo raggio si chiudevano le belle di notte iridate.
Lei, assiepata sotto una fresca foglia di fico, ne spiava l’arrivo, mentre lui, timoroso, si poneva ai margini.
Doveva o non doveva? Sarà un giorno mia? E il dilemma lo struggeva!
Bisbigli frenetici, mutati in striduli, annunciavano il nuovo giorno. Furtiva l’ape si insediava e la primavera del giorno iniziava: i tulipani salutavano galanti le pervinche, i dolci anemoni si univano alle giunchiglie, le tenere mammole ricoprivano la terra di fitti strati, le calendule strizzavano l’occhio agli iris, le margheritine bianche facevano da manto alle laboriose formiche e un gorgheggio rimbalzava da cima in cima.
La chiocciola avanzava accanto al lumacone, tra una schiera di bruchi e millepiedi.
I fiori occhieggiavano lieti e le pansè intrecciavano i teneri steli. Le rose si piegavano timide ai garofani rossi e i bianchi screziati facevano capolino.
Egli si avvicinò con fare timido.
La chiocciola lo guardò a lungo e restò pensierosa. – Non ha il guscio elegante come il mio, ma i suoi occhi sono buoni. Che importa, pensò, se la nostra forma è diversa, sento che i nostri cuori non lo sono –.
Tirò fuori completamente la testa dal guscio ed egli trattenne il respiro.
Era bellissima!
Lo guardò con tenerezza ed entrambi sentirono che un tam tam irrefrenabile li univa.
Avanzarono felici verso un ciuffo d’erba freschissimo, un’alcova per due.
Che felicità è l’amore! Quel sentimento che inebria i cuori e dona la vita per la continuità del mondo.
Nessuna differenza li avrebbe più divisi ora che nell’unione avevano sentito di essere un solo elemento nella speranza di una nuova vita.
Tutto il giardino esultava felice.
Un’orchestra di insetti allietava il giardino e su tutti si levava la musica del flauto tenuto da piccolissime mani, mentre la viola strimpellava nelle braccine della cicala e un pianoforte di anemoni spandeva intorno la melodia dei due cuori.
Anna Lanzetta
(Tratto da: Armonie di un giardino toscano. Racconti, arte, mito e fantasia, Regione Toscana Consiglio Regionale, Edizioni dell’Assemblea, 2017. Il testo integrale è a disposizione dei lettori nel sito della Regione Toscana - Pubblicazioni)