Quando decisi di candidarmi in +Europa non ero completamente a conoscenza del progetto; avevo apprezzato il coraggio del nome innanzitutto, mentre cresceva l'euroscetticismo di destra e anche di sinistra. Ho poi incontrato i suoi protagonisti: i Radicali, che ci ospitavano nella loro sede milanese, aperti ed accoglienti, ed i “registi” del progetto, coloro che coordinavano il gruppo che si era formato, gli efficienti e brillanti ragazzi di Forza Europa. Ho pensato subito ad un mix interessante, che funzionava e mi piaceva. Mancava un po' del mio “mondo” politico di provenienza, questo è vero... poi è arrivato Tabacci e per me, a quel punto, il disegno era completo. Su tutto infine l'unica scelta elettorale che aveva e ha un senso: l'alleanza con il PD.
Oggi, a distanza di poche settimane dalle elezioni, apprendo notizie e leggo cose che mi spiazzano un po'.
+Europa è un progetto a breve scadenza? Le sue sorti in mano a 3 partiti/associazioni che ne possono decretare la fine, dimostrando pochissimo rispetto per gli elettori ma anche per i candidati?
+Europa che ora, pur non avendo ottenuto il 3% e quindi non avendo superato la soglia che avrebbe determinato un suo peso identitario, si scandalizza se uno degli eletti si offre per un'eventuale segreteria di partito nel PD?
+Europa che non ne coglie l'immensa opportunità?
+Europa (spiace scriverlo e ancora di più costatarlo) i cui elettori hanno decretato l'irrilevanza di una delle 3 formazioni, che non ne prende atto?
Se vogliamo portare avanti le idee ed il programma di +Europa, partiamo da questi dati di fatto (bando ad altre analisi politiche sentite negli ultimi incontri) e ascoltiamo i nostri elettori: vogliono +Europa, non i Radicali, non Forza Europa e non Centro Democratico e ci vogliono alleati al PD.
Questo per me non vuol dire che le forze politiche che hanno dato vita alla lista debbano sparire come soggetti politici a sé. Si può pensare ad uno statuto federale che, come l'Europa federale che vogliamo noi di +Europa, stabilisca i limiti di “sovranità” di ciascuno, che stabilisca gli argomenti politici in comune, le alleanze ecc.
Sarebbe un bellissimo esercizio di governo e democrazia che ci renderebbe ancora più credibili nei confronti dei nostri elettori. E i candidati, con i militanti, dovrebbero essere coinvolti direttamente in questa nuova fase. Il tempo però ci è tiranno... per cui iniziamo subito.
Martina Scaccabarozzi
(dalla sua pagina fb, 18 marzo 2018)
Nella foto allegata, ritaglio Corriere della Sera di oggi:
nota dal Comitato nazionale di Radicali italiani
tenutosi nel fine settimana