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Maria Paola Forlani. Costruire, Abitare, Pensare 
Sabbioneta e Charleville città ideali dei Gonzaga
19 Marzo 2018
 

Il complesso museale Palazzo Ducale di Mantova presenta fino il 2 aprile 2018 la mostra evento Costruire, abitare, pensare. Sabbioneta e Charleville città ideali dei Gonzaga a cura di Peter Assmann (Direttore del complesso Museale) e di Paolo Bertelli (storico dell’arte), (catalogo Universitas Studiorum). Da un punto di vista istituzionale è stato rilevante la collaborazione con varie Università: anzitutto il Politecnico di Milano, quello di Verona e di Lleida (Spagna) per le analisi non invasive sulle opere d’arte.

All’esposizione hanno partecipato anche studiosi dell’Università della Sorbona di Parigi. Una collaborazione intensa e significativa è stata con la città di Sabbioneta e di Charleville. Grazie a tutto lo staff del Museo delle Ardenne, è stato possibile vedere in Italia molte opere mai giunte precedentemente, provenienti dagli antichi Stati francesi dei Gonzaga. Tra le opere più significative, presenti a Mantova, sono il Ritratto di Vespasiano Gonzaga di Como e il Ritratto di Giulio Gonzaga proveniente dalla Galleria Palatina di Firenze. Tra gli eventi più significativi in mostra è la realizzazione parziale della Grotta o Studiolo di Isabella d’Este com’era al tempo dei Gonzaga Nevers: sulla base di una replica realizzata nel 1911, sono stati inseriti le lesene e i fregi dorati voluti da Carlo I Gonzaga Nevers, e i dipinti seicenteschi ancora oggi conservati nella pinacoteca del museo.

L’esposizione vuole approfondire il tema delle città ideali declinando secondo la committenza voluta da una delle principali casate del panorama europeo al volgere del secolo XVI, i Gonzaga. Sono rappresentate le due città ideali di fondazione gonzaghesca, Sabbioneta (Vespasiano Gonzaga) e Charville (Carlo Gonzaga), realizzate a cinquant’anni l’una dall’altra, cercando i punti di contatto fra loro e con Mantova.

Scriveva Eugenio Garin (1965) nel suo Scienza e vita civile nel Rinascimento italiano: «La città ideale nelle pietre e negli istituti è una città razionale, quale i Greci delinearono e attuarono secondo un tipo che le città stato italiane si avviarono a riprodurre». Il recupero dell’antico, del riferimento classico, del gusto plasmato sul canone è uno dei valori che hanno caratterizzato il Rinascimento. Testi quali l’Utopia di Tommaso Moro o La città del Sole di Tommaso Campanella (e sarebbe una disamina lunga ma necessariamente parziale l’elencazione di tutti i titoli di architettura o filosofia che hanno approfondito questi temi: Vitruvio, Alberti, Palladio…) sono stati riferimento per generazioni di committenti e di artisti.

La città ideale è un luogo organico e razionale, scientificamente fiorito, fortemente utopico ed ideale. L’esigenza abitativa qui trova una dimensione particolare, nella quale il motore immobile risulta essere l’armonia delle forme e la simmetria della struttura. Ma l’armonia delle cose è riflesso di quella della società. La riflessione sulla città ideale coinvolge e tocca tutti noi, in un arco diacronico che unisce passato e futuro. La mostra si snoda in questo modo:

Prima Sala: Tema città ideale e dell’utopia. Qui sono esposti il dipinto della Città ideale di Urbino dal Palazzo Ducale di Urbino, libri e trattati di architettura intorno al tema dell’utopia.

Seconda sala: tema della fondazione di Sabbioneta, centralità della città, dell’aspetto dell’urbanistica. Al centro si presenta un grande modello della città realizzato dal Politecnico di Milano. Il tema della fondazione è approfondito attraverso l’esposizione degli Statuti cittadini (1575), ecc. Viene presentato il fondatore, Vespasiano Gonzaga, attraverso ritratti suoi e della sua famiglia.

Terza Sala: tema della colonna. Per spiegare l’iconografia della colonna è allestito un apparato didattico che ripropone per immagini la colonna di Pallade Atena edificata a Sabbioneta. Viene esposta inoltre una statua di Pallade Atena dalle collezioni del Ducato e lo stemma ligneo dei Gonzaga Colonna.

Quarta sala: tema del teatro e tema degli antenati.

Nella parte bassa delle pareti è stata dedicata alla riproduzione multimediali e iconografica del Teatro all’Antica, uno dei simboli di Sabbioneta. Il tema è analizzato anche attraverso una selezione di bibliografia storica.

Nella parte alta, sono allestite le casserature lignee con i bassorilievi degli antenati sul modello della sala del Palazzo Ducale di Sabbioneta.

Un’antica raffigurazione dell’albero genealogico conclude la sezione dedicata ai Gonzaga Nevers e lo stemma ligneo. La parete è ricoperta dalla riproduzione grafica della vista a volo d’uccello di Charleville.

Quinta sala: in parallelo alla sala 2, è presentata qui la fondazione della città di Charleville e la figura del suo fondatore Carlo I Gonzaga Nevers. Una sezione didattica introduce alla seconda parte della mostra, che apre con la lapide di fondazione della città. Sono esposti vari ritratti, mappe storiche dei possedimenti francesi, la bandiera dei Gonzaga Nevers e lo stemma ligneo. La parete è ricoperta dalla riproduzione grafica della vista a volo d’uccello di Charleville.

Sesta sala: tema la città e il palazzo. Sono esposte le riproduzioni dei disegni della città di Israel Sylvestre, insieme ad una selezione di planimetrie storiche. L’immagine del Palazzo Nevers è richiamata attraverso l’esposizione di mattonelle originali con gli stemmi gonzagheschi.

Settima sala: Al centro della sala appare la maquette di Charleville, con un apparato didattico di spiegazione. Sono esposti quadri raffiguranti la città e il fondatore, e un falcione recentemente acquisito alle collezioni del museo e testimonianza della rinovatio voluta da Carlo I al suo arrivo a Mantova.

Due sottosezioni riguardano il mulino secentesco di Chaeleville, con modello tattile (e alcuni ricordi del poeta Rimbaud, originario di Charleville e che proprio all’interno del Moulin visse e scrisse parte delle sue opere).

Ottava sala: Sezione finale della mostra, curata dal Politecnico con installazioni multimediali. Confronto con altre città ideali e approfondimento del tema della città ideale rapportato ai giorni nostri.

La mostra ha vita parallela, anche, nella Città di Casale Monferrato con il titolo “Casale Monferrato, la Piazzaforte Europea del Rinascimento” dal 17 febbraio al 1° aprile 2018. Mostra, soprattutto, cartografica, organizzata dal Comune di Casale Monferrato, con opere tratte dalla civica Biblioteca Civica. La mostra raccoglie cartografia e documenti prodotti dalla fine del Cinquecento agli inizi del Settecento, riferiti a quella che fu la più importante piazzaforte europea del Rinascimento, dove Francia e Spagna si confrontarono ferocemente per il controllo dell’Europa. La Cittadella di Casale Monferrato fu un luogo cardine della storia socio-politica internazionale, già citata da Alessandro Manzoni e da Umberto Eco, ora riscoperta in chiave europea attraverso immagini riscoperte e inedite.

 

Maria Paola Forlani


Foto allegate

Cittadella, vista aerea
Israel Sylvestre
Vespasiano Gonzaga
La
 
 
 
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