Chi l’avrebbe mai detto che proprio queste elezioni così sgangherate, scientificamente programmate dagli ‘addetti ai lavori’ quale extrema ratio per la loro sopravvivenza codificata in una becera legge elettorale avrebbero potuto riservare l’innesco di una prospettiva politica di largo respiro?
«Quando Libero, La Verità e Il Fatto attaccano Emma Bonino vuol dire che qualcosa sta succedendo», giustamente cinguetta questa mattina Marco Perduca commentando la rassegna stampa. E “la sorpresa” che si sta facendo largo a falcate inesorabili e progressive, prima sommessamente subodorata dai sondaggisti ma tenuta sotto traccia in riverente ossequio ai loro committenti (del resto chi non sa che i sondaggi servono a orientare più che a registrare le intenzioni di voto?), ma divenuta accecante all’alba di quest’ultima domenica prima del voto, è proprio il progetto +Europa con Emma Bonino amorevolmente coltivato in più di un anno di iniziativa politica, per chi non sappia o non voglia vederne genesi e gestazione in una ben più lunga ‘storia radicale’.
Lo stesso ‘fortuito’ (così si è detto) incontro con Tabacci, per il quale si rispolvera l’epiteto che dovrebbe risultare infamante di democristiano a fronte dell’impeccabile rispettabilità dell’uomo e del suo percorso politico, stava forse invece nelle cose. E l’arricchimento, in corso d’opera, del logo della lista con quella dicitura: “Centro Democratico” non ha fatto che declinare ed esplicitare per tutti – ben più di una qualsiasi dotta politologia – collocazione e potenzialità di quel progetto politico. Chi non vede, infatti, negli odierni accadimenti il proseguimento umile e tenace dell’obiettivo di costruzione di quel “Partito Democratico” che proprio i radicali, ben prima dei comunisti o dei socialisti, hanno prefigurato e a più riprese (vi dicono niente le richieste di iscrizione o di partecipazione alle ‘primarie’ per la segreteria?) contribuito a disegnare?
Per farla semplice e comprensibile, i radicali federalisti europei al ‘centro’ del Partito in grado non di ‘mediare’ ma di essere collante tra una destra renziana e la sinistra degli attuali, da ultimo, e degli altri, in precedenza, fuoriusciti. Molto dipenderà, anche, da quanto grande sarà questa sorpresa. (Enea Sansi)