Domenica , 24 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Arte e dintorni
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Filippo De Pisis. Eclettico connoisseur fra pittura, musica e poesia
22 Febbraio 2018
 

La mostra di Filippo De Pisis (Ferrara, 1896 –Brugherio, Milano, 1956) al Museo “Ettore Fico” di Torino (aperta fino al 22 aprile 2018), a cura di Elisa Camesasca, Paola Campiglio e Maddalena Tibertelli De Pisis, ne analizza la pittura in riferimento alle sue fonti culturali, dall’influenza dei capolavori della storia dell’arte a quella delle opere letterarie e poetiche. L’evoluzione dell’artista ferrarese, infatti, si compone di grandi passioni e dell’analisi delle opere dei maestri studiate durante i suoi numerosi viaggi a Milano, Roma, Venezia, Parigi e Londra.

La tematica di De Pisis è costituita principalmente da vedute cittadine, nature morte, fiori e, più raramente, ritratti o interni. Egli dipinge «dal vero», ma più che ricostruire la natura secondo un ordine mentale, come la grande maggioranza dei suoi contemporanei, De Pisis preferisce cogliere le impressioni fugaci. Se quasi tutti gli artisti europei si riallacciano a Cézanne, De Pisis si ispira piuttosto a Monet e all’Impressionismo più autentico. La sua posizione è dunque molto diversa da quella del “Novecento Italiano”.

L’impressionismo di De Pisis non è tuttavia una meccanica ripresa di una concezione ormai lontana negli anni; è piuttosto un modo di vedere la realtà contemporanea secondo il principio impressionista che è valido in ogni epoca.

De Pisis (il cui vero nome era Luigi Tibertelli; lo pseudonimo vuole forse indicare una lontana origine familiare o riallacciarsi eruditamente a Nicolò Pisano, prima di giungere alla pittura, è scrittore e poeta: anzi nel 1947, a meno di dieci anni della morte, diceva a un visitatore: «si ostinano a considerarmi un pittore, ma in realtà sono meglio come poeta». E certo, indipendentemente dalla sua opinione, c’è sempre in lui uno scambio continuo fra pittura e poesia.

Uomo colto, raffinato, curioso di sapere e di conoscere, De Pisis vive nella sua città, Ferrara, la breve intensa stagione metafisica fra il 1916 e il 1917. Poi si reca a Roma, entrando in contatto con poeti e intellettuali e studiando nei musei. Nel 1925 è a Parigi dove resterà per quindici anni, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. È a Parigi, con la sua tradizione, con la presenza viva dei quadri impressionisti, con la possibilità di verificarne direttamente sul vero la validità, con la mobilità delle sue atmosfere, che suscita in lui l’estro pittorico. E, dopo Parigi e un breve soggiorno a Milano, Venezia a partire dal 1943; perché Venezia è un a suo modo, città impressionista. Qui riscoprendo il valore degli accostamenti cromatici di un Tiepolo, nascono alcuni fra i più alti panorami di De Pisis, quasi in una rinascita moderna del vedutismo di un Canaletto o di un Guardi.

A Parigi, come a Milano o a Venezia, la pennellata di De Pisis è veloce, a tocchi cromatici, lasciando spesso scoperta la tela, nell’ansia di rendere con immediatezza la sensazione provata di fronte a un angolo nascosto e segreto o a un panorama celebre, sempre con la stessa freschezza con lo stesso entusiasmo come se tutto fosse visto per la prima volta, sempre con la stessa foga creativa che lo conduce a dipingere continuamente quadri innumerevoli, come innumerevoli sono i nostri momenti spirituali.

La rassegna torinese riunisce 150 opere tra dipinti e disegni, propone alcuni dei capolavori dell’artista: da Natura morta con quadro di El Greco, 1926 (qui proposto in copertina, ndr), lavoro che esplicitamente dichiara la fonte d’ispirazione; la tela onirica La grande conchiglia, 1927, e Natura morta aerea, 1931. Ogni opera è spiegata in riferimento ai suoi interessi culturali, incluse le poesie, la letteratura e anche la saggistica: perché De Pisis, dopo aver scritto prose, liriche e poesie, raccolte nei Canti della Croara nel 1916, fu anche autore del saggio La città delle 100 meraviglie, opera che riflette i suoi caleidoscopici interessi per la cultura.

 

Maria Paola Forlani


Foto allegate

Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy