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Pasquale De Fazio. Vercelli: com­me­mo­ra­zio­ne Sendler nella XVIII Giornata della Memoria
09 Febbraio 2018
 

Vercelli – Lo spirito di Irena Sendler, Giusta tra le Nazioni, alla quale era dedicata la serata organizzata dalla Associazione Italia Israele di Vercelli, Novara e Casale Monferrato, per la Giornata della Memoria di quest’anno, presso la Sala del Centro Territoriale per il Volontariato, giovedì 1° febbraio 2018, ha permeato tutti i convenuti, e sono stati veramente tanti.

Irena Sendler, polacca, infermiera e assistente sociale ha salvato durante l’occupazione tedesca della Polonia più di duemilacinquecento bambini ebrei del Ghetto di Varsavia.

La vita e le opere di Irena Sendler, sono state illustrate da una “collega”, la dr. Cristiana Masuero, vice Presidente del Collegio degli infermieri di Vercelli, che, pur svolgendo la sua attività in un contesto fortunatamente assai diverso. Ha dedicato tutta la sua vita professionale ad alleviare i tormenti di chi soffre.

La figura di Irena Sendler ci è apparsa in certo qual modo condizionata dall’etica della sua professione, nella dedizione e nello scrupolo del suo agire, ma anche dal rispetto per la “vita” di tutti indipendentemente dal ceto o dalla etnia di appartenenza.

Irena infatti era abituata dall’esempio del padre, medico, sin dalla più tenera età a trattare tutti, anche gli ebrei non come diversi, ma come esseri umani di pari diritti e dignità.

La conoscenza della lingua yiddish, appresa da bambina, le fu preziosa nel soccorrere gli ebrei racchiusi nel Ghetto di Varsavia dagli occupanti tedeschi nel 1940.

Irena si rese conto del tragico destino che attendeva gli ebrei segregati, oltre quattrocentomila, la deportazione nei campi di sterminio e la morte, anche per i bambini.

Avvalendosi del suo essere alle dipendenze della Municipalità di Varsavia il che le permetteva di accedere liberamente nel ghetto, organizzò la fuga di gruppi di bambini ebrei da lei accompagnati e muniti di documenti di riconoscimento falsi. I bambini venivano sistemati presso famiglie polacche, oppure conventi o altre istituzioni religiose. Il numero dei bambini salvati raggiunse alla fine i duemilacinquecento.

Ecco in questa fase evidenziarsi la scrupolosità professionale unita al rispetto per l’identità culturale di ciascuno che caratterizza Irena Sendler: a fianco del nome falso assegnato a ciascun bambino era riportato il nome vero, in appositi elenchi compilati e poi nascosti.

Nel 1943 Irena Sendler venne catturata dalla Gestapo. Interrogata e torturata non parlò. Fu condannata a morte, ma la Resistenza riuscì a farla fuggire dal carcere, dopo di che visse in clandestinità ma invalida, avendole i torturatori spezzato entrambe le gambe…

Durante l’insurrezione della città di Varsavia prestò servizio in un centro si soccorso medico.

Alla fine della guerra recuperò gli elenchi con i nomi veri dei bambini salvati e li fornì al Comitato Internazionale Ebraico. in tal modo quasi tutti i bambini salvati, oltre duemilacinquecento, poterono riavere la loro identità.

Ma la storia di Irena Sendler non terminò con la fine della guerra, non solo nessun riconoscimento le venne concesso ma subì anche delle persecuzioni da parte delle Autorità comuniste per i suoi contatti con il Governo in esilio polacco.

Finalmente nel 1965 venne il riconoscimento da parte dello Yad Vashem di Gerusalemme come Giusto tra le Nazioni. La notorietà, a livello mondiale le giunse in occasione di uno spettacolo teatrale allestito da un docente americano Norman Conrad del Kansas e ispirato alla sua vita.

Venne proposta per l’assegnazione del premio Nobel, ma inutilmente, il premio non le fu mai concesso.

Nel 2008 terminò la sua vita terrena, convinta, forse, di aver fatto semplicemente il suo dovere.

Il prof. Giacomo Ferrari Presidente dell’Associazione Italia Israele, nel suo intervento ha sottolineato l’importanza dei Giusti, cioè di persone disposte a sacrificarsi per la salvezza di altri esseri umani.

Essi costituiscono esempi tanto più importanti in tempi, come quelli odierni, nei quali si assiste ad un degrado etico ed ideologico e tematiche che pensavamo superate riprendono vigore…

Un unico strumento, a suo avviso ci può essere d’aiuto in queste difficoltà, la cultura. Ecco perché l’Associazione sta concentrando le sue forze nell’educazione dei giovani delle Scuole, trasmettendo loro contenuti e messaggi di apertura al “diverso”, di tolleranza e di convivenza.

Recenti esempi sono stati la conferenza di Thomas Gazit presso la Scuola “Ferrari” di Vercelli il 29 gennaio e l’evento del quale il Presidente della nostra Associazione e il socio Giuseppe Tosi studioso della Shoah nel Novarese sono stati tra i protagonisti. La lezione si è tenuta il 1° febbraio presso l’Istituto “Leardi” di Casale Monferrato ed è stato dedicato alla testimonianza della sig.ra Ottolenghi Torre e alla documentazione presentata dal dr. Giuseppe Tosi.

Tornando alla nostra serata, un messaggio di saluto inviato da Mirella Carpanese, Presidente dell‘Ass. Janusz Korczak di Vercelli, ci ha ricordato un grande uomo, ebreo e polacco, insigne pedagogo e scienziato che pur potendo salvarsi preferì seguire i bambini a lui affidati e morire con loro in un campo di sterminio tedesco.

Graditissimo ospite della manifestazione è stato Renzo Bellardone, Assessore alla Cultura di Santhià, grande amico ed estimatore della nostra Associazione.

Egualmente presente un assiduo frequentatore degli eventi da noi organizzati: Bruno De Marco presidente dell’Ass. Combattenti e Reduci di Vercelli. Lo ringraziamo.

Due sono stati gli elementi che hanno arricchito e reso più importante la serata, la bravissima Licia De Pillo che ha dato voce alla poesia del grande Roberto Malini e il M° Giuseppe Canone con il suo magico clarinetto. Licia in apertura di serata ha recitato la poesia “I Giusti” di Roberto Malini.

Nel corso della serata ha poi letto l’incipit della poesia “Brucia il nostro villaggio, fratelli, brucia” di Mordechai Gebirtig, scritta prima della Shoah e in certo senso profetica, come introduzione della parte musicale eseguita dal M° Giuseppe Canone.

La composizione poetica creata per l’occasione, “In memoria di Irena Sendler” da Roberto Malini, nostro costante ispiratore, è stata recitata da Licia Di Pillo, per condurci al racconto sull’Irena Sendler.

In chiusura di serata il M° Giuseppe Canone ha eseguito la famosa canzone israeliana “Gerusalemme D’oro”.

Si ringraziano sentitamente la dr. Cristiana Masuero per la comprensione del personaggio cui era dedicata la serata, oltre che per la sensibilità evidenziata, Licia di Pillo, il M° Giuseppe Canone, Roberto Malini e tutti coloro che ci hanno voluto onorare con la loro partecipazione. Ringraziamo anche di tutto cuore il Centro Volontariato di Vercelli e l’Associazione Libriamoci a Vercelli che hanno reso possibile lo svolgimento della manifestazione.

 

Pasquale De Fazio


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