Questo ritrovamento etrusco in Sardegna è prezioso nella sua datazione: IX secolo a.C. Poiché gli Etruschi sul suolo italiano sono datati dal 950 a.C., sale l’ipotesi di Massimo Pittau, Origine e parentela dei Sardi e degli Etruschi. Saggio storico-linguistico, Sassari, Carlo Delfino editore, 1995.
Io sono personalmente grato a Massimo Pittau (foto) per avermi aiutato a decifrare il monte de Antares e colo maledicto di Zeneda di Vittorio Veneto con questo passo (pag. 76):
Infine c’è una antica testimonianza storica, avvalorata da un importante rinvenimento archeologico, del fatto che i Lidi/Sardani siano primariamente sbarcati nella Sardegna meridionale e sud occidentale ed in quella si siano prevalentemente stanziati. Narra lo scrittore greco Pausania che i Sardi della parte occidentale dell’isola mandarono una statua bronzea del loro dio eponimo Sardus Pater al santuario di Delfi. Orbene risulta ormai sicuramente accertato dal punto di vista archeologico che il principale tempio di questo Sardus Pater era ad Antas, località a metà strada fra Iglesias e Fluminimaggiore (CA) e dunque nella Sardegna sudoccidentale. È ovvio che questo tempio dedicato come era al dio eponimo dei Lidi/Sardani, sarà stato dei più antichi.
Leggo in zumero AN.TASH ‘Cielo (an). Tocco (ta) Uno d’origine (ash)’ il toponimo sardo. Perciò sono rimasto incoraggiato a leggere in Zeneda AN.THAR.ISH che oggi leggo: ‘Cielo. Preghiera. Vita-morte’.
I nomi degli dèi comprovano di essere millenari e rendono possibili confronti così lontani nel territorio.
La tesi di Pittau è che i Tuski-Etruschi erano a Sardi capitale della Lidia (che era stata nell’impero ittita in Anatolia), si erano trasferiti prima in Sardegna, diedero al Tirreno il nome che ha conservato, svilupparono la civiltà nuragica, e poi approdarono sul continente.
Vorrei invitarvi caldamente a smettere l’espressione ‘civiltà villanoviana’ che denuncia l’assoluta violazione dei nomi e l’ignoranza completa della lingua. Che a Villanova siano stati fatti dei ritrovamenti è cosa buona. ‘Civiltà villanoviana’, invece, è buona come ‘civiltà di Bepi’.
Carlo Forin