Il progetto Decoding the Disciplines riguarda la conoscenza e l’applicazione della omonima metodologia pedagogica che intende aiutare i docenti universitari ad insegnare la propria disciplina in modo efficace, evitando l’eventuale ritardo degli studenti ed incoraggiando ad un esame attento delle difficoltà che si incontrano nello studio superiore.
Il Decoding the Disciplines è stato inizialmente messo a punto presso l’Indiana University (USA) e quindi esteso in varie università europee. Al momento è in corso di sperimentazione presso l’Università Roma Tre, nell’ambito dell’Azione Erasmus +. Si può ben dire che il Decoding the Disciplines rappresenti lo stadio attuale di sviluppo della visione democratica dell’insegnamento a livello universitario. Concentrare l’attenzione sulla sequenza dinamica necessaria alla comprensione dei contenuti dell’insegnamento produce effetti positivi e di successo nella carriera universitaria degli studenti. Sia le discipline umanistiche che le discipline scientifico-matematiche fanno parte del progetto e della sperimentazione. Gli scopi prioritari sono quelli di capire che cosa insegnare nelle aule universitarie e di monitorare l’apprendimento nel momento in cui gli studenti vengono a conoscenza dei caratteri scientifici della disciplina.
Per far emergere le difficoltà è prima di tutto necessario delimitare il problema dell’insegnamento-apprendimento di una sezione del programma che diviene il presupposto per lo svolgimento della fase successiva. Per problema si intende il blocco che lo studente incontra nello studio e che è indicato come la causa fondamentale dell’arresto della conoscenza disciplinare. L’équipe degli esperti parla quindi di bottlenecks; vale a dire degli ingorghi che ostacolano il fluire della conoscenza e frenano il processo di apprendimento, conducendo all’insuccesso. Il bottleneck è letteralmente il “collo di bottiglia” che evita al contenuto di una bottiglia di uscire tutto in una volta. L’immagine rende l’idea di un sapere corposo che va distribuito gradualmente ed insieme l’idea dell’impedimento al passaggio di quanto si comunica.
Saper insegnare all’università richiede competenze nuove e raramente monitorate. Non tutti i docenti universitari hanno la possibilità di seguire una adeguata formazione all’insegnamento, né possono verificare direttamente la propria abilità nel saper insegnare e comunicare quanto caratterizza il quadro epistemologico della disciplina che coltivano. I rapporti europei sulla eccellenza dell’istruzione superiore evidenziano carenze da definire e superare, oltre a possibilità di miglioramento anche per affrontare adeguatamente la dispersione degli studenti, spesso respinti in forma nascosta, a causa di labirinti burocratici, linguistici, contenutistici. Per questo è importante rivolgere l’interesse scientifico a quel divario culturale tra docente e discente che risulta crescente in tutte le discipline, ed in alcune materie più che in altre.
La teoria della formazione dal volto umano è il fondamento dal quale partire per pensare la qualificazione del docente in termini di partecipazione responsabile al processo di apprendimento. La metodologia fa riferimento all’impatto dell’educazione superiore sulla formazione al pensiero critico, mantiene come orizzonte di senso il panorama universitario internazionale ed italiano, e ne rileva le attuali importanti acquisizioni scientifiche, con la progettazione di una possibile estensione della formazione degli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado. Il progetto assume quanto sottolineato nelle Conclusioni del Consiglio dell’Unione Europea del 12 maggio 2009 circa il quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione «ET 2020». Ricordiamo che l’obiettivo principale della cooperazione europea è quello di sostenere l’ulteriore sviluppo dei sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri volti a garantire: a) la realizzazione personale, sociale e professionale di tutti i cittadini; b) la prosperità economica sostenibile e l’occupabilità, promuovendo nel contempo i valori democratici, la coesione sociale, la cittadinanza attiva e il dialogo interculturale. Si tratta di un obiettivo articolato, europeo e mondiale, di grande impatto sulla formazione per l’intero pianeta Terra e per il mercato internazionale.
I giovani si preparano a guardare oltre i confini nazionali e a scegliere luoghi di impiego nei quali le loro competenze possano trovare il giusto riconoscimento e per questo hanno l’esigenza di interagire con docenti universitari preparati e capaci di dialogare sulle discipline oltre che introdurre ai fondamenti epistemologici delle stesse. Questo è appunto quanto viene promosso ed incentivato con il Decoding the Disciplines che rende effettive le indicazioni di Europa 2020 rispetto alle tre priorità interconnesse di: 1) crescita intelligente, quale sviluppo di una economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione; 2) crescita sostenibile con la promozione di una economia più efficiente dal punto di vista delle risorse; 3) crescita inclusiva a favore di una economia con elevato tasso di occupazione per la coesione sociale e territoriale. Tali priorità si raggiungono con: l’innovazione riferita alla spesa europea per la ricerca e lo sviluppo; l’istruzione, la formazione e la formazione continua rivolgendo l’attenzione agli studenti con scarse capacità di lettura, ai giovani che abbandonano prima di raggiungere quanto richiesto dal mercato del lavoro; la società digitale nella quale la domanda globale di tecnologie dell’informazione e della comunicazione rappresenta un campo vasto ed articolato. Nel perseguire questi obiettivi si raccomanda di agire sempre di più con la formazione del docente all’insegnamento universitario di qualità.
Considerato il processo di sperimentazione in atto all’università, è emersa la fondatezza di estendere il progetto nella scuola secondaria coinvolgendo le scuole ad alto tasso di dispersione scolastica, dapprima nella città di Roma e successivamente in altre città italiane. A tal fine, è stato chiesto formalmente al Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, Direzione per il personale scolastico di indicare alcune scuole che potrebbero essere interessate a partecipare al progetto. Ferma restando l’autonomia delle istituzioni scolastiche, eventuali scuole e docenti interessati possono prendere contatto con il gruppo di lavoro attualmente operativo scrivendo a sandra.chistolini@uniroma3.it.
Per una prima elaborazione dei risultati sulla metodologia Decoding the Disciplines, si può leggere l’articolo scaricabile in pdf a questo link.
Sandra Chistolini