Marzocca, piccola frazione senigalliese di appena 3.747 abitanti schiaffeggiata e accarezzata dal vento marittimo, nelle oscure giornate invernali e nelle africane giornate estive. Una piccola e mite frazione dove nulla sembra esserci di speciale, ma così non è, poiché fra le mura e le strade di questa piccola città senigalliese vive il poeta Elvio Angeletti (Senigallia, 6 maggio 1954).
Questo poeta, può essere definito come il poeta della natura, che è da lui liricizzata già dalla raccolta Luce del 2014. In quest'opera del poeta marchigiano, un testo su tutti attira la mia attenzione di cultore letterario, ovvero il testo dal titolo “Sassi”, che a livello tematico può essere accostata alla canzone “Un sasso nel cuore” dall'album Verso il sole di Albano Carrisi, del 1997. Testi che per l'appunto condividono il tema del dolore spirituale, che ci distrugge dentro nel profondo dell'anima e ci fa vagare all'interno di un mondo dove per noi niente ha più significato, dove non riusciamo più a sentire i suoi profumi, e dove coloro che prima chiamavamo fratelli ora ci si mostrano come sconosciuti e fantasmi, che non appartengono alla nostra esistenza. Insomma il dolore trattato da questi due poeti è quel dolore, che ci trasforma in eterni fantasmi errabondi condannati a vivere una vita senza nessun obiettivo da conquistare e senza nessuna Terra Promessa sulla quale approdare. Un altro tema che questi due poeti condividono è quello dell'urlo, seppur con connotazioni metaforico-simboliche diverse fra di essi. Nel Carrisi l'urlo è il pianto di un padre per una figlia scomparsa che non ritornerà mai più, seppur sempre nel suo cuore il ricordo presente è. Un urlo come pianto che è anche presente nella lirica del poeta marchigiano, dove però si connota con lo strazio di Madre Natura che versa infinite e inguaribili lacrime per i suoi figli prediletti, ovvero gli Uomini, che da tempo ormai vivono oppressi e sottomessi dall'Oscurità. Tematiche diversi è vero, ma con uno stesso denominatore minimo comune che è poi lo stesso de dolore, ovvero questo urlo è qualcosa di spirituale.
Passa una anno ed ecco nel 2015 la pubblicazione dell'opera Respiri di vita, con all'interno le immagini pittoriche dell'artista siciliano Angelo Monterosso. Opera, questa, che può essere divisa in due principali tematiche di fondo, ovvero il tema della natura e il tema della donna, ma come vedremo più nel dettaglio altri temi si possono rintracciare all'interno di questa stupenda raccolta. Una natura che è sempre stata dentro il poeta marchigiano fin dalla sua puerizia e che ora si materializza, attraverso stupendi scenari lirici dove il mare senigagliese ne è il padrone e custode. Leggendo le pagine naturali di questa raccolta possiamo ben vedere un rimando alla natura pascoliana, ovvero una natura umile, intima, nostalgica; e colma di verginità, castità, e candidezza proprio come è dimostrato, dalle liriche “Respiri di vita” e “Tra cielo e mare”. Accanto a questo tema subito compare quello della donna, che seppur mai ha un nome, si capisce immediatamente che la donna lodata dal poeta marchigiano è la sua compagna esistenziale, che è da lui concepita e liricizzata in vari modi, sui quali molto velocemente se ne darà una mappa concettuale. Compagna di vita che per il poeta senigagliese simboleggia un angelo che, sia in vita sia dopo la vita, riscalda dal cielo chi lo ha amato (“Cerca il tuo volto”), un fiore che profuma di amore, di gioia, di affetto, di nostalgie (“Fiori di marzo”), una fotografia con cui rimembrare dolci e canaglie nostalgie (“Fotografie”), un rifugio (“In te”), e un lacerante strazio spirituale (“Nel silenzio mi manchi”).
Un'opera questa, che ha anche un'importante funzione sociale attraverso la lirica “Frutto amaro”, che è per l'appunto un urlo di denuncia contro ogni maltrattamento e femminicidio psico-fisico. Donne, che per alcuni uomini sono solo ed unicamente creature da ferire, abusare, picchiare, violentare, e addirittura ammazzare! Una poesia, quella di Elvio Angeletti, che si scaglia contro queste bestie provando a insegnargli il rispetto per le donne, che non sono solo delle macchine sessuali, ma anche e soprattutto dolci creature, che, con la loro dolcezza, amorevolezza, e bontà riscaldano la nostra esistenza terrena. Accanto al rimando pascoliano c'è un altro grande rimando poetico e più precisamente, il rimando in questione è quello al poeta Goffredo Mameli, poiché al pari di esso, anche il nostro poeta senigagliese attraverso la lirica “Volo” ha composto un inno, ma alla vita però. Cantico quello del poeta marchigiano, che declama un'esistenza vissuta in nome della purezza, della magia, delle chimere, e delle emozioni.
Passano ancora due anni ed ecco nel 2017 la pubblicazione dell'opera Refoli di parole, con all'interno le immagini ritrattistiche dell'artista loverese Cesy Miriel Ciotti. Opera che ben si allaccia a quella del 2015 già dal titolo, poiché il lessema plurale refoli può essere rinonimato con i lessemi soffi o respiri. Anche in quest'opera c'è la presenza della natura, non però attraverso il mare che è qui solo un “rumore di sottofondo”, ma bensì attraverso il vento e la lettura filosofica della madre terra. Un vento che per l'appunto nella lirica “Il vento”, ben simboleggia la bontà, la fratellanza, la redenzione, e allo stesso tempo anche la paura, il pianto, e la solitudine. Immediatamente vicino a questa lirica, c'è la poesia “Intanto il vento soffia”, che ben si può paragonare a livello tematico alla canzone “Eppure soffia” dall'album Roca blues di Pierangelo Bertoli, del 1975. Testi, questi, in cui il vento è concepito come un'aria resistenziale, che ci sprona a ribellarci contro ogni tipo di violenza, contro tutte le paure create dalle guerre, e che ci sprona a rimembrare coloro che ci hanno amato donandoci calore, affetto, e amore. Si diceva poco fa che questa raccolta legge in modo filosofico la natura e lo fa, attraverso la poesia “A madre terra”. Un testo quello del poeta marchigiano che ben si cala all'interno della filosofia panistica, poiché la sua madre terra non è altro che l'immagine della grande Madre Natura, che come essa ci tiene nel suo grembo, ci partorisce, ci cresce, ci educa, e alla fine del nostro cammino esistenziale ci abbraccia e ci riscalda, durante il nostro eterno riposo. Accanto a tutti questi temi, altri due temi sono espressi dalle poesie “Ombre lontane” e “Radici”. Nella prima lirica ecco ricomparire la figura del Pascoli in riferimento al culto dei morti, poiché in entrambi i poeti i defunti non sono delle ombre sataniche, bensì degli angeli che ci accompagnano quotidianamente nel nostro cammino esistenziale e che ci riscaldano da ogni dolore, strazio, e pianto. La seconda lirica invece, attraverso l'immagine delle radici arboree, ci insegna una cosa di vitale importanza, ovvero che le nostre origini non sono solo e unicamente delle dolci nostalgie e reminiscenze più o meno piacevoli, ma delle vitali caratteristiche genetiche della nostra terrena e ancestrale esistenza, facendoci così capire che una vita senza passato non può definirsi vita e inoltre, una vita senza passato, sarà solo e unicamente una vita colma di oscurità e nebbie etico-spirituali. Concludo queste mie nature come le ho iniziate, ovvero, attraverso la comparazione musica-poesia che in questo caso riguarda la poesia “Il volo delle rondini”, che chiude la raccolta angelettiana. Poesia questa che, se fosse una canzone, di sicuro sarebbe “Le rondini” tratta dall'album Cambio del cantautore Lucio Dalla, del 1990. Poesie trascendentali queste sono, perchè sia il poeta senigalliese sia quello bolognese si immaginano la vita dopo la loro dipartita come delle rondini, che, con il loro volo, diffondo amore, pace, fratellanza; e dall'alto del firmamento proteggono i loro intimi affetti. Inoltre e per concludere, queste poesie ci insegnano una cosa di vitale importanza, ovvero che la dipartita non è la fine di ogni cosa, bensì la fine della vita terrena e l'inzio dell'esistenza paradisiaco-ultraterrena.
Stefano Bardi
Bibliografia di riferimento
A. Carrisi, R. Allegri, Con la musica nel cuore, Mondadori, Milano, 2008.
E. Angeletti, Respiri di vita, Intermedia Edizioni, Orvieto, 2015.
L. Spurio, Scritti marchigiani. Istantanee e miniature letterarie, Le Mezzelane, Santa Maria Nuova, 2017.
E. Angeletti, Refoli di parole, Intermedia Edizioni, Orvieto, 2017.