…Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni...
(da: Eugenio Montale, “I Limoni”; in Ossi di Seppia, 1° ed.1925)
Il parco delle Cinque terre si distingue in Italia e nel mondo per la grande varietà della natura sia marina sia terrestre e per la ricchezza di biodiversità presente, nonché per le diverse suggestioni che il paesaggio ligure è in grado di offrire sia a turisti sia agli abitanti della zona.
È un ambiente fragile, apparentemente ostile caratteristica è la ripidità dei versanti, che nei corso dei millenni è stato modificato dall’uomo e dal suo ingegno creando un paesaggio unico nella Penisola.
Perché paesaggio e non ambiente? Il geografo Flavio Lucchesi (2012), traendo spunto dalla Convenzione europea del paesaggio (Firenze, 2000) si sofferma sulla nozione di paesaggio geografico concependolo come l’ambiente percepito da una comunità, una popolazione, che modifica e influenza il territorio con la propria cultura, il proprio “esserci”. Intendendo il paesaggio in tal senso, è facile comprendere come la definizione sia perfettamente ascrivibile al caso delle Cinque Terre, dove la natura, nel corso dei secoli, ha lasciato spazio alla cultura e le più importanti tracce del passaggio dell’uomo sono state, senza ombra di dubbio, i terrazzamenti.
Non a caso, l’UNESCO ha inserito nel 1997 le Cinque Terre nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità come “paesaggio culturale”, proprio per sottolineare come l’azione umana sia stata determinante nella formazione del territorio dei comuni di Monterosso al Mare, Manarola, Vernazza, Riomaggiore e Corniglia.
Inoltre, Europarc, l’organo di rappresentanza per le aree protette in Europa ha riconosciuto a dicembre 2015 l'inserimento dell'Ente Parco Nazionale delle Cinque Terre nella rete dei Parchi che hanno ottenuto la Carta Europea del Turismo Sostenibile nelle Aree Protette. Infatti, all'interno dell'area protetta le attività economiche ed imprenditoriali sono svolte nel rispetto della diversità biologica e dell'integrità culturale del luogo nel segno dello sviluppo sostenibile. Il fine è far sì che le giovani generazioni trovino occupazione in loco, contrastando il progressivo abbandono che da diversi anni sta interessando le campagne.
I muretti a secco e le fasce, patrimonio delle Cinque Terre
I paesaggi terrazzati, presenti in tutto il mondo, sono la prova concreta di come l’uomo si sia insediato lungo i pendii più impervi delle zone di montagna e di costiera del Pianeta. Caratteristica peculiare delle Cinque Terre, l’inizio di questa tradizione risale circa all’anno mille. Il materiale utilizzato non è d’importazione ma viene ricavato sul posto e consiste principalmente in pietra e terra, base del sistema dei terrazzamenti. I muretti a secco, alti circa due metri e profondi mezzo metro in media, oltre a facilitare la coltivazione giocano un ruolo importante nella salvaguardia del territorio perché regolano i flussi idrogeologici delle acque provenienti dalle precipitazioni atmosferiche di vario tipo: neve, pioggia, grandine, rugiada etc. Stando ai dati forniti dal Parco Nazionale delle Cinque Terre, l’area terrazzata si estende per circa 2000 ettari e, partendo dalla costa, arriva ad una altezza di 500 metri sul livello del mare. Il terreno aspro ed in pendenza non offre molte possibilità per introdurre le nuove tecnologie agricole nella zona, infatti le condizioni di vita dei contadini che hanno portato avanti per secoli le colture di agrumi, viti ed ulivi sono state molto difficili. Poiché i muretti a secco sono presenti in tutto il Pianeta, anche in Paesi molto distanti geograficamente e culturalmente, negli ultimi anni è nata un'alleanza mondiale per la difesa e la salvaguardia di questo bene prezioso.
L’alleanza mondiale per i paesaggi terrazzati nacque a seguito della 1° Conferenza mondiale sul Paesaggio Terrazzato tenuta tra il 10 e il 15 novembre 2010 a Mengzi, capitale della Prefettura di Honghe, situata nella zona meridionale della regione dello Yunnan, in Cina. Alla fine dell’importantissimo evento infatti i partecipanti firmarono un accordo chiamato “World terraced landscapes Alliance” che permetteva loro di costituire delle sezioni nazionali dell’Organizzazione composte da esperti del settore. In seguito, il 20 giugno 2011, ad Arnasco, in provincia di Savona, nacque presso la Cooperativa Olivicola Arnasco, l’Alleanza Mondiale per il Paesaggio Terrazzato – Sezione Italiana. I fondatori dell’Associazione sono stati: Cooperativa Olivicola di Arnasco (SV), Università di Padova (Dipartimento di Geografia), Regione Veneto, Comune di Arnasco (SV) e il Consorzio della Quarantina (GE). L’organizzazione ha lo scopo di favorire e di diffondere la cultura rurale, nello specifico i terrazzamenti e tutto ciò che ruota attorno a questa micro economia: le comunità locali, i prodotti tipici, l’agricoltura biologica, l’artigianato e la cucina.
Conseguenza della costruzione dei paesaggi terrazzati sono le fasce, in dialetto “ciàne”, presenti in tutta la Liguria, ma in particolare nell’area scoscesa delle Cinque Terre. Nelle fasce viene praticate diverse attività come la vitivinicoltura; infatti sono conosciuti in tutto il mondo i vini locali, il più famoso è sicuramente lo Sciacchetrà, che si accosta in modo preferenziale a formaggi e a dolci. Altri vini Cinque Terre Doc sono il Costa de Sera, il Costa de Campu e il Costa de Posa che si possono sposare sia con il pesce che con altre ricette della tradizione gastronomica ligure come i pansotti e la farinata.
Oltre ad essere un sito di interesse enologico, le Cinque Terre e, in particolare, la più antica di esse, Monterosso, sono conosciute anche per la produzione di limoni, limoni che ispirarono Eugenio Montale nella scrittura nell’omonima poesia contenuta nella sua più celebre raccolta, Ossi di Seppia. Un odore forte, penetrante, unico, tanto che a Monterosso ogni anno, nel mese di maggio quando l’agrume è al massimo della maturazione, si tiene la festa o sagra del limone dove i produttori locali espongo i limoni appena raccolti, vengono venduti dolci al limone e vengono organizzate passeggiate enogastronomiche e culturali (nell’edizione 2017 era chiamata “8000 passi al profumo di limone”) tra le vetrine del posto che poi vengono premiate da una giuria selezionata di esperti.
Il progetto: aumentare il numero di limoni alle Cinque Terre
“L’oro delle Cinque Terre”, nome storicamente attribuito ai limoni, sono al centro di un interessante progetto avviato grazie alla partnership tra Università degli Studi di Genova, Parco delle Cinque Terre ed Associazione “Coltivatori di Monterosso”. L’iniziativa prevede la realizzazione di uno studio con il fine di reintrodurre piante di ulivo e limoni autoctoni sul territorio grazie all’Ente Parco che metterà a disposizione i limoni, mentre l’Università di Genova si occuperà della ricerca e del coordinamento. Nuovi agrumi verranno piantati nei terrazzamenti abbandonati del parco, situati nei pressi dei sentieri.
Ma quando sono giunti i limoni alle Cinque Terre? L’origine del limone stesso è ignota, alcune teorie sostengono che sia un antico ibrido tra il pomelo e il cedro e che successivamente si sia diffuso in tutto il mondo. Come altre piante aromatiche è arrivato in Europa dall’Asia, in particolare dalla Cina, dove era coltivato già intorno al 1.000 a.c. Successivamente vi sono tracce dell’utilizzo dell’agrume nella letteratura greca e latina e intorno al XV secolo raggiunse la Liguria e circa due secoli dopo, divenne parte della cultura delle Cinque Terre. Usatissimo nella cucina ligure e italiana in generale, sia per condire le famose “acciughe al limone”, sia per crostate, biscotti, marmellate e per la produzione dell’amato liquore “limoncino”; il limone nel corso nel tempo è passato in secondo piano rispetto ad altre tradizioni della zona come quella vinicola e progetti come questo servono a ricordarci quanto sia importante per incentivare il legame identitario e culturale nella cittadinanza, riportando “l’oro delle Cinque Terre” in un territorio dove ha trovato nei secoli clima e terreno favorevole.
Bibliografia
Bonardi L., Varotto M. (a cura di) (2016), Paesaggi terrazzati d'Italia. Eredità storiche e nuove prospettive, Franco Angeli, Milano.
Brandolini P., I versanti delle Cinque Terre: un patrimonio ambientale e paesaggistico a rischio, in Aa.Vv., “Sopra il livello del mare”. La Rivista dell’Ente Italiano della Montagna. Numero speciale: “Il paesaggio costruito. Salvaguardia e valorizzazione dei terrazzamenti artificiali”, n. 36, (2010), pp. 54-56.
Ghersi A., Ghiglione G. (2012), Paesaggi terrazzati. I muretti a secco nella tradizione rurale ligure, Edizioni Il Piviere, Gavi (AL).
Lucchesi F., “Sviluppi teorici e tematiche di indagine negli studi di geografia umanistica: i paesaggi letterari e quelli cinematografici”, in ACME - Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, Volume LXV, II, Maggio-Agosto 2012.
Montale E. (1925), Ossi di Seppia, Mondadori, Milano, 2001.
Terranova P., Brandolini R., Firpo M. (a cura di) (2005), La valorizzazione turistica dello spazio fisico come via alla salvaguardia ambientale, Patron, Bologna.
Terranova R., “Aspetti geomorfologici e geologico-ambientali delle Cinque Terre: rapporti con le opere umane (Liguria orientale)”, in Studi e ricerche di Geografia, XII, 1989.
Trischitta D. (a cura di), “Il paesaggio terrazzato. Un patrimonio geografico, antropologico, architettonico, agrario, ambientale”, in Atti del Seminario di Studi, Taormina 30-31 maggio 2003, Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2005.
Trischitta D., “Il paesaggio dei terrazzamenti: tra natura e cultura”, in Trischitta, D. (a cura di), “Il paesaggio terrazzato. Un patrimonio geografico, antropologico, architettonico, agrario, ambientale”, in Atti del Seminario di Studi, Taormina 30-31 maggio 2003, Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2005, pp. 5-14.
Sitografia
» Cinqueterre.it sito web Consorzio Turistico Cinque Terre
» Europarc Federation
» La Spezia Cronaca4
» Genova24.it
» Alleanza mondiale per i paesaggi terrazzati – Italia
» Parco nazionale delle Cinque Terre
» typi La mappa golosa