In arrivo tre impianti a biomasse che bruciano biogas e un impianto che tratta rifiuti speciali da autodemolizioni
Ormai non passa giorno senza che un nuovo progetto di trattamento rifiuti venga proposto ai Castelli e nell'area a sud di Roma, da Ardea ad Albano, Ariccia, Aprilia, Pomezia, Velletri.
Dopo il tentativo della Biovis di portare ad Ariccia un mega biogas, dopo i bruciatori alla porchetta di Genzano, ambedue seppelliti a furor di popolo, imprenditori “ecologici” e politicanti, ben sostenuti da incentivi statali e finanziamenti regionali, ci riprovano e hanno deciso, con il benestare della giunta Di Felice, di piazzare i tre impianti a biogas in due parcheggi comunali (in centro storico in via Borgo S. Rocco, parcheggio Carlo Fontana e a via Innocenzo XII, Fontana di Papa), spacciandoli per macchine virtuose che producono fertilizzante.
Lo chiamano progetto “FARO” e hanno scomodato l'Istituto Inquinamento Ambientale del CNR per coordinare l'impresa. Le biomasse (260 tonnellate) proverranno dalla raccolta differenziata delle fraschette, da parchi e giardini e saranno digerite in assenza d'aria producendo “bio”gas e ricavando, dopo averlo bruciato, energia termica ed elettrica.
Le piccole dimensioni sono un espediente per aggirare i procedimenti autorizzativi.
Che il biogas sia una miscela piena zeppa di veleni (H2S, particolato, ossidi vari, idrocarburi minori) destinati in buona parte a entrare nei polmoni dei residenti si guardano bene dal dirlo e anzi ammantano il progetto col solito stile ipocrita “Fertilizzante ad Ariccia da Rifiuti Organici”. Non ci diranno mai che useranno – ad ogni manutenzione e avviamento – una torcia di sicurezza che brucerà senza depurazione il gas in eccesso o in difetto; non ci diranno che sotto il nostro naso e in zone densamente popolate, tre cogeneratori con tre camini spargeranno i loro veleni per tutto l’anno, né che avranno bisogno di un serbatoio (gasometro) per ciascuno dei tre impianti, con tanto di perenne rischio di incendio o esplosione. E poi il cosiddetto fertilizzante prodotto, che ha assorbito velenoso percolato, sarà ricco di metalli pesanti e sali alla lunga nocivi per le piante.
Per dirla in breve: ‘loro’ riscuoteranno incentivi, risparmieranno integralmente la bolletta energetica, i cittadini ne pagheranno tutti i costi in perdita di salute.
Ma non è finita. Su sollecitazione della città metropolitana l'attivissimo imprenditore Indiati, assessore all’ambiente anche pilotato l’approvazione in consiglio comunale del benestare a un impianto della Waste Control Srl per il trattamento di rifiuti speciali da autodemolizioni in via Nettunense n. 5, km 7 a Cecchina, nel comune di Albano Laziale. Non sappiamo ancora le dimensioni ma è certo che ci sarà impiego di fiamme ossiacetileniche e al plasma anche per sezionare i serbatoi delle auto demolite, con inevitabili emissioni nocive e quant’altro.
Invitiamo tutti i cittadini desiderosi di stroncare ogni tentativo di propinarci impianti nocivi, a scendere con noi in piazza per un’assemblea pubblica da tenersi domenica 12 novembre alle ore 10:30 in Piazza di Corte ad Ariccia.
Coordinamento contro
l’inceneritore di Albano
www.noinceneritorealbano.it