Multedo – Stamattina davanti all’ex scuola materna Govone, che ospita attualmente dieci giovani richiedenti protezione internazionale con gli addetti della Curia, è stato posto un cartello che senza mezzi termini rivolge una pesante minaccia a don Giacomo Martino: “Forse Don Martino non ha capito… siamo tutti arrabbiatissimi con lui. La scorta non serve per i migranti”.
«Si tratta dell’ennesimo messaggio violento contro il direttore dell’ufficio Migrantes della Curia», commenta Roberto Malini, co-presidente di EveryOne Group e membro direttivo del Comitato Genova Solidale, «ed è opera di una minoranza di irriducibili intolleranti che gettano benzina sul fuoco per aggregare le componenti xenofobe, neofasciste, antidemocratiche e violente che si oppongono a un progetto istituzionale di accoglienza. Non a caso il 20 ottobre scorso abbiamo trasmesso alla Prefettura di Genova un esposto per chiedere un intervento alle autorità nei confronti dei facinorosi che più volte si sono radunati per insultare e intimidire i giovani migranti e don Martino. Io stesso ho ricevuto insulti inaccettabili e minacce da parte di intolleranti sia dopo aver rilasciato un’intervista a Multedo, sia in una lunga serie di commenti sul blog Liguria.it».
«Anche il corteo delle torce», prosegue Malini, «previsto per domani dalle 19:30 sta raccogliendo le adesioni di realtà che cavalcano l’intolleranza sia per fini politici che per provocare disordine sociale. Si ricorda che in tempi recenti sia il nuovo Ku Klux Klan che i Suprematisti bianchi hanno scelto le fiaccolate per manifestare le loro ideologie, come è avvenuto nello scorso mese d’agosto a Charlottesville, in Virginia (Usa), dove le principali organizzazioni intolleranti hanno sfilato insieme innalzando fiaccole accese e provocando scontri, con una vittima».
GenovaSolidale, il comitato per l'accoglienza promosso da Camera del Lavoro, Anpi e Centro documentazione Logos, ha già annunciato che sarà presente alla manifestazione anti-migranti con i lavoratori, le forze sindacali, i partigiani, la società civile e delegazioni di profughi, studenti e intellettuali per dire no “alle torce del rifiuto che ci riportano al Medioevo”. Il nuovo atto intimidatorio nei confronti di don Martino è stato portato all’attenzione della Prefettura.