Genova – A nome di EveryOne Group (di cui è co-presidente) e del Comitato Genova Solidale, costituitosi ieri pomeriggio a Sestri Ponente in un’assemblea pubblica al Teatro Verdi, Roberto Malini ha presentato al Prefetto di Genova, Dr. Fiamma Spena, un esposto perché le autorità assumano le dovute misure per arginare gli atteggiamenti di razzismo, discriminazione e intimidazione che un gruppo di cittadini di Multedo sta procrastinando nei confronti dei primi dieci giovani migranti arrivati nell’ex scuola materna Govone.
Gli episodi segnalati nell'esposto sono due in particolare. Il primo è avvenuto durante il pomeriggio del 19 ottobre, quando i profughi – provenienti per la maggior parte da nazioni dell’Africa Subsahariana in cui sono in corso gravi conflitti e crisi umanitarie – sono giunti nella struttura deputata ad accoglierli, accompagnati da Monsignor Giacomo Martino, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale Migrantes, e da altri addetti alla loro accoglienza. Dopo il loro ingresso, un capannello composto da oltre venti persone si è riunito davanti all’ex asilo e ha iniziato a rivolgere urla e insulti nei confronti dei ragazzi. Il secondo episodio, simile al primo, si è svolto il mattino successivo, quando un gruppo, in cui si distinguevano alcuni elementi già radunatisi il pomeriggio e la sera prima, ha ricominciato con le urla, gli insulti, le imprecazioni, gli atteggiamenti discriminatori.
L’esposto al Prefetto si basa su testimonianze raccolte presso l’ex asilo e gli addetti della Curia, nonché su quanto riportano alcuni articoli pubblicati oggi, 20 ottobre 2017, riguardanti l’arrivo dei migranti a Multedo e le loro prime ore di permanenza. Nel testo si elencano le offese, alcune delle quali apertamente razziste, gridate dal gruppo contro i giovani migranti. I ragazzi sono molto turbati da queste manifestazioni di rifiuto e manifesto sentimento di ostilità, che a opinione della società civile travalicano la semplice avversione o antipatia, sfociando in odio verso le persone discriminate.
Nell’esposto si chiede che l’autorità intervenga tempestivamente, attuando le opportune misure che possano garantire la serenità, la dignità e la sicurezza personale ai giovani richiedenti protezione internazionale, alcuni dei quali soffrono di disturbo da stress post-traumatico a causa delle drammatiche vicissitudini che li hanno condotti a fuggire dai paesi d’origine per cercare protezione in Italia. (EveryOne Group)