36. Si parlava dei risultati ottenuti dalla pianificazione della valle. Io mi annoio quando ascolto il consigliere che asserisce che la città lineare di fondovalle è la città ineluttabile. Sul foglio di carta disegno l'ammaestratore di galli giganti, la poltrona su cui sta seduto è certificata. Il mio progetto territoriale assegna all'edilizia valore pari allo zero, il mio progetto chiede all'ambiente la forma architettonica a lui congeniale.
Un centro sperimentale per l'acclimatazione di ippopotami da carne è una proposta progettuale seria, il fiume è forse un po' freddo per il loro metabolismo ma la sperimentazione potrebbe ottenere ippopotami alpini di grande resa. Sulle confezioni di carne esposte nei banchi del supermercato farà bella mostra di sé il marchio di qualità.
Mi diverte prendere in giro chi ha la faccia seria e convinta quando asserisce che era ed è inevitabile in democrazia accettare le richieste della massa, gli architetti che seguono questa teoria sono senz'altro in malafede, sono loro che hanno voluto la “città che non si poteva evitare” (ineluttabile ha questo significato). Con molti soldi e faccia tosta potremmo convincere la massa che l'ippopotamo alpino non solo è possibile ma necessario all'economia alpina, i costruttori sarebbero felici di costruire centinaia di strutture sperimentali per ippopotami da carne.
Sul fiume fra un secolo avremmo i ruderi di queste “architetture” nate per servire la stupidità, sulla statale trentotto sono allineate le opere di edilizia che la nostra modernità ha scelto per rappresentarsi, fra un secolo esse saranno ruderi senza il “sapore” che l'ironia aveva inserito dentro la forma delle strutture fluviali.
Giuseppe Galimberti
Disegni per raccontare il pensiero di un'epoca
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