Mi sono appena trasferito a Kumpula, un quartiere piccolo, di case di legno, costruite da coloro che, nei primi anni del secolo scorso, venivano a Helsinki a cercare lavoro nelle fabbriche di Kallio.
La casa dove abito è bianca, solcata su tutta la sua superficie da assi verticali, che si innalzano per tutti e due i piani. L'inquilina precedente ci ha raccontato che fino agli anni cinquanta, la casa era nera, ricoperta soltanto di terva, catrame, ed era la casa più brutta del quartiere. Probabilmente ci abitavano gli zingari, che ferravano i cavalli nel cortile restrostante la casa. Gli zingari se ne sono andati negli anni settanta, trasferendosi nelle case popolari di Itä-Helsinki, mentre io quarant'anni dopo compio esattamente il cammino inverso.
In cantina ho ritrovato delle vecchie slitte: una 'a spinta' ed una di quelle normali, come quelle che si usano anche da noi. Sembra che nessuno le abbia usate negli ultimi cinquant'anni, le lame sono arrugginite e i sedili consunti.
Durante il trasloco si è messo a nevicare ed è diventato buio prima che riuscissi a montare i lampadari. Fuori della finestra, illuminati dai lampioni sono passati alcuni bambini, una signora con due cani bassotto ed un uomo vestito da Babbo Natale, che solcava il centro della via con un bastone dotato di campanello, come quelli che si mettono sulle biciclette.
Mi sembra un bel posto per ricominciare a cercare il centro di Helsinki.
Giacomo Bottà
(8 – continua)