Bilancio positivo per la 'campagna estiva' del comitato popolare Salviamo la nostra sanità. Si possono contare sulle dita di una mano, e ancora andranno riducendosi nel corso delle prossime ore, i Comuni del Morbegnese che ancora non hanno approvato l'intesa di territorio cosiddetta “dei cinque punti irrinunciabili”. Indubbiamente un risultato significativo e senza precedenti, che acquisisce a livello istituzionale, traducendola in indicazioni operative concrete, l'altrettanto significativa espressione popolare rappresentata dalle migliaia di firme raccolte in primavera. Anche l'Amministrazione provinciale ha condiviso e accompagnato il complesso procedimento democratico.
Ora è tempo di vendemmia e tocca all'Azienda Socio Sanitaria Territoriale della Valtellina e dell'Alto Lario, attraverso la Conferenza dei Sindaci e i suoi Direttori esecutivi, metter mano al Piano organizzativo aziendale strategico per aggiornarne e ricalibrarne i contenuti per quanto riguarda, in particolare e nello specifico, l'Ospedale di Morbegno. Risulta infatti indispensabile che vengano opportunamente ricondotti e finalizzati agli obiettivi individuati sia l'intervento strutturale in corso che il processo organizzativo con relativa offerta di servizi. Il comitato popolare conferma la piena disponibilità a collaborare anche per questa delicata fase, fornendo il contributo informativo, partecipativo, di attenzione e vigilanza che gli è proprio.
Senza farsi distrarre dalla chimera di un'autonomia per via referendaria, Salviamo la nostra sanità richiama anche il governo centrale regionale – e coglierà l'occasione della celebrazione viabilistica di venerdì 29 c.m. per farlo pubblicamente – alle sue specifiche e prevalenti responsabilità nella partita, proprio in una materia in cui già è massima l'autodeterminazione regionale. Se i risultati son quelli che abbiamo sotto gli occhi e il centralismo regionale continuasse a dimostrare sordità alle esigenze del territorio, non risulterebbe infatti un harakiri recarsi alle urne (pardon!, ai tablet) il 22 ottobre?
Salviamo la nostra sanità