Sabato 23 settembre, dalle 9:30 alle 12:30, a Sondrio in piazza Campello sarà possibile firmare per la legge di iniziativa popolare “Ero straniero – L’umanità che fa bene”, promossa da Radicali Italiani, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ACLI, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, CILD con il supporto di centinaia di sindaci, associazioni e movimenti.
Il testo di legge intende superare la Bossi-Fini e prevede, in sintesi, l’introduzione di canali diversificati di ingresso per lavoro, forme di regolarizzazione su base individuale degli stranieri già radicati nel territorio, misure per l’inclusione sociale e lavorativa di richiedenti asilo e rifugiati, l’effettiva partecipazione alla vita democratica col voto amministrativo e l’abolizione del reato di clandestinità.
«Mentre i governi europei sono impegnati ad alzare muri nel Mediterraneo e ai confini dell’Europa, con questa legge popolare chiediamo invece di aprire varchi: canali legali e sicuri di ingresso in Italia per i migranti. Senza alcuna odiosa distinzione tra chi fugge da guerre e persecuzioni e chi fugge dalla fame e dalla povertà, ma affermando diritti e doveri chiari per tutti», dichiara il segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi.
Tra le ultime adesioni alla campagna, quelle di Cgil, Fim Cisl, Federazione chiese evangeliche italiane, Diem 25, Altromercato ed Emergency. Nei mesi scorsi l'iniziativa ha avuto anche l’appoggio di Papa Francesco e di personalità come Roberto Saviano.
Si potrà sottoscrivere anche la proposta di legge “Più democrazia, più sovranità al cittadino”, con cui i Radicali intendono potenziare le forme di partecipazione diretta alla politica con una semplificazione delle procedure per promuovere i referendum, l'iniziativa legislativa popolare e la presentazione di liste elettorali e per dare corso ad una nuova disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni.
Infatti i partiti e le oligarchie di potere hanno sempre vissuto l’uso degli strumenti di democrazia diretta, che accrescono la sovranità del cittadino sull’amministrazione, come un elemento di rottura del loro ruolo di unica intermediazione politica tra l’elettorato da conquistare e le istituzioni. Per questo motivo si è prodotto negli anni un vero e proprio sistema di “sabotaggio” del concreto funzionamento di questi istituti. Negli enti locali questo tipo di diffidenza è stata anche più marcata: spesso queste forme di partecipazione diretta sono inefficaci sul piano giuridico oppure del tutto assenti.
Gianfranco Camero
per RADICALI SONDRIO