Dal 24 settembre al 19 novembre 2017 si terranno a Velletri, presso l’Auditorium della Casa delle Culture e della Musica, tre concerti con gli artisti del Master biennale del Conservatorio di Milano. Il Master biennale di secondo livello in “Repertorio vocale da camera italiano tra Otto e Novecento” gode del sostegno della Fondazione Araldi Guinetti ed è curato dai docenti: Stelia Doz e Daniela Uccello (Prassi esecutive), Luigi Marzola (Collaborazione pianistica), Emanuela Piemonti (Musica da camera e responsabile dell’Ensemble del Conservatorio) e Paolo Petazzi (Storia), Guido Salvetti (Storia e Analisi).
Guido Salvetti, musicologo e pianista, ci illustra nello specifico i contenuti e le valenze del progetto. (m.l.)
Master “Repertorio vocale da camera italiano”
Esiste un patrimonio immenso, per lo più sepolto nelle nostre biblioteche, costituito da Canzoni e Romanze per voce e pianoforte. Sono la testimonianza di una pratica sociale diffusa nelle case di una qualche notabilità di censo, di rendita o di professione. Nella maggior parte dei casi appartengono all’Ottocento (dagli anni napoleonici a quelli umbertini); ne erano destinatarie fanciulle in cerca di marito, più raramente ospiti celebrati nelle professioni musicali. L’oblio ha generalmente e meritatamente coperto questi prodotti artistici, pari per sciattezza e dilettantismo solo alla massa ingente e debordante dei piccoli pezzi e delle danze per pianoforte, che nessuno oggi – almeno lo spero – pensa di rinverdire.
Eppure negli ultimi anni benemeriti ricercatori sono riusciti a compiere una scrematura utile ad individuare, in mezzo a questo numero ingente, un numero molto più piccolo di autori di valore, degni di conoscenza e di recupero. Sono personaggi che hanno avuto rinomanza internazionale come cantanti e maestri di canto, in saloni blasonati e addirittura regali. Alcuni nomi: Tirindelli, Gordigiani, Pinzuti, Rotoli, Denza e, più di tutti celebrato, Francesco Paolo Tosti.
Il canto italiano “da camera” conquistò con loro una rinomanza internazionale almeno pari a quella che, nel genere operistico, si stavano conquistando i nostri grandi autori romantici (da Rossini a Puccini).
Le ragioni del successo, anche editoriale, di questi autori poggia sulla semplicità e sulla piacevolezza: qualità raggiunte con la prevalenza del canto strofico (stessa musica per testi di diverse strofe), facili percorsi armonici e soprattutto canto disteso e continuo. Queste stesse ragioni sono state responsabili in buona parte dell’oblio a cui prima accennavo e che in parte ne insidia oggi (tranne che per Tosti) la pratica e il giudizio critico. Ne sia testimonianza anche il poco spazio che trovano – tranne Tosti – anche nei programmi di lavoro di questo Master in cui si spazia su decine e decine di composizioni per voce e pianoforte.
Molta maggiore attenzione abbiamo riservato verso composizioni appartenenti a una fase più complessa e con maggiori ambizioni d’arte: si tratta di una produzione che si attesta già negli ultimi due decenni del XIX secolo per diventare preponderante nel XX secolo. Le intitolazioni prevalenti sono ora “Melodia” o “Lirica”; il pianoforte ambisce a un ruolo para-orchestrale, come è già ben evidente nel Poemetto La canzone dei ricordi di Martucci-Pagliara; di conseguenza la linea del canto perde continuità e semplicità assimilandosi a stilemi propri dell’opera lirica; il tutto per un approccio molto più stretto con la prosodia e i contenuti del testo poetico. Ed è proprio la scelta dei testi poetici a divenire decisiva per un prodotto artistico più elevato: poeti come Carducci, Panzacchi, Pascoli e, soprattutto, D’Annunzio diventano occasioni preziose per una musica più pensata e complessa. Il genere salottiero per eccellenza subisce influssi impensabili nei decenni precedenti. In parte ciò avviene per l’avvento di un gusto decadente e simbolista nei poeti del tempo, gusto che affida alla musica compiti nuovi nel comunicare emozioni e nella ricerca di prospettive visionarie. In parte la grande ombra di Richard Wagner si estende su ogni composizione che accosti – temerariamente – la parola alla musica.
Ecco allora una nuova storia che, nei suoi aspetti sostanziali, non è dissimile da quella che, un paio di generazioni prima, aveva compiuto nei paesi di lingua tedesca il Lied romantico attraverso Schubert, Schumann, Brahms e Strauss con la loro passione per poeti come Goethe, Heine, Eichendorff. Pari vicenda possiamo intravvedere in Francia, quando, una sola generazione prima, Duparc, Fauré e Debussy crearono autentici capolavori musical-poetici prediligendo Baudelaire, Verlaine e Mallarmé.
La storia di ‘questa’ lirica da camera italiana si colloca dunque per larga parte nel Novecento, condividendo le sue sorti, nei primi decenni, con il dannunzianesimo nelle sue diverse anime: dalla sensibilità acuita allo spasimo ne I pastori di Pizzetti, al wagnerismo eroico e decadente insieme delle Canzoni di Amaranta scritte appositamente per la musica di Tosti, fino al crepuscolarismo estenuato dei cicli, sempre di Tosti, Consolazione e La sera. Nei decenni seguenti autori come Casella, Castelnuovo Tedesco, Petrassi e Pilati si confrontarono in prospettiva antidannunziana con Ungaretti, Quasimodo e, addirittura, Trilussa, o Shakespeare, o Machado.
A questo Novecento, carico di umori e di passioni il Master ha dedicato e dedica le maggiori attenzioni, adempiendo così al suo compito primario di stimolare conoscenze non acquisite né scontate, addestrando a questo scopo una ‘scuderia’ di interpreti appassionati e consapevoli.
Calendario dei Concerti
Auditorium della Casa delle Culture e della Musica
Velletri, Piazza Trento e Trieste
Domenica 24 settembre 2017, ore 18:00
Barbara Vignudelli, soprano
Maria Silvana Pavan, pianoforte
e
Roberta Canzian, soprano
Maria Silvana Pavan, pianoforte
Domenica 29 ottobre 2017, ore 11:30
Valentina Vanini, mezzosoprano
Giuseppina Coni, pianoforte
e
Selena Colombera, soprano
Muriel Grifò, pianoforte
Domenica 19 novembre 2017, ore 18:00
Hsiao Pei Ku, soprano
Giuliano Guidone, pianoforte
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