In occasione della visita a Bolzano del premio Nobel della Letteratura Wole Soyinka, verrà allestita, nei corridoi dell'Università, la mostra itinerante che racconta lo sfruttamento dell'Africa
Verrà inaugurata lunedì 21 agosto alle ore 17 nel corridoio a piano terra della Libera Università di Bolzano la mostra che racconta lo sfruttamento dell'Africa e le condizioni di schiavitù in cui versano migliaia di bambini e giovani che lavorano nelle miniere in vari Paesi del continente nero. La mostra, promossa dal Centro per la pace, rientra nelle iniziative per celebrare la visita a Bolzano del grande scrittore e attivista nigeriano, premio Nobel della Letteratura, Wole Soyinka che parlerà nell'aula magna della Lub proprio lunedì alle ore 18 (si preannuncia un'aula al gran completo) subito dopo l'inaugurazione della mostra.
“Minerali clandestini” è una mostra fotografica, ideata dall'associazione ChiAma l'Africa sullo sfruttamento dei minerali utilizzati nei principali prodotti tecnologici di largo consumo ed estratti e commercializzati illegalmente in Africa e nel mondo. La mostra prende spunto dalla campagna internazionale sulla tracciabilità dei minerali, avviata nel 2014, il cui obiettivo è la modifica della proposta di legge europea sulla tracciabilità di quattro minerali provenienti da zone di conflitto. Scopo della mostra è l’informare sullo sfruttamento delle ricchezze minerarie, causa di conflitti armati, violenze, povertà e migrazioni e il promuovere il senso civico e di cittadinanza, insieme a un consumo critico, delle apparecchiature tecnologiche.
Dove l’estrazione e la prima lavorazione del minerali avvengono in condizioni disumane, utilizzando anche i bambini, senza nessuna garanzia e nello sfruttamento più totale dei lavoratori. Dove gruppi armati, finanziati da Stati e multinazionali, schiavizzano la popolazione. Dove, per mantenere posizioni di predominio economico, conflitti e guerre (ad alta o bassa intensità) mietono ogni giorno vittime innocenti, nella più totale indifferenza della politica; dove i minerali estratti vengono contrabbandati da uno Stato all’altro. E tutto in nome del profitto economico elevato a idolo che uccide le persone.
La mostra si compone di un tappeto, di diciannove cartelloni di pvc, di due specchi e di grandi lettere mobili. Tutti gli elementi, ad eccezione degli specchi, sono posizionati a terra e sono calpestabili.
Centro per la pace Bolzano
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