Il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda dà a Sergio Rizzo il suo parere sulla crisi attuale, meritevole di attenzione.
Parto dalla buona decisione presa dal governo italiano di resistere alla pretesa francese di cedere il 51% dei cantieri Saint-Nazaire già accordati alla parte italiana. Bene fa il ministro a rammentare che nel 2008 l’Italia fece la scelta sbagliata di rifiutare Alitalia al controllo francese di Air France, come nel 2017 Macron rifiuta il controllo italiano di Fincantieri.
Rammento che l’elettorato diede a Berlusconi, che gridava: –Giù le mani francesi da Alitalia– il top dei consensi dati ad una maggioranza in tutto il dopoguerra.
Male fa a non dir nulla sull’esigenza indifferibile di promuovere la cittadinanza europea al fine di render praticabile l’accoglienza dei migranti regolari, sull’esigenza di promuovere la riforma fiscale italiana –presupposto alla promozione di un fisco unico europeo–, e sull’esigenza di realizzare la legalità dei partiti.
Per restare sul piano economico, osservo che l’Italia mantiene la legge sui crediti subordinati. Gli ex di Etruria si difendono (a pag. 25): “Consob sapeva dei subordinati”. Sì, la Consob sapeva, come tutti dovrebbero sapere che la legge è ancora vigente, da quanto ne so. Allora, Banca d’Italia si piegò alle richieste del governo Berlusconi. In parole semplici: le obbligazioni convertibili, ovvero i debiti cartolari, da restituire sempre, convertibili in azioni, divennero, e sono, dei debiti da restituire dalla parte fallita dopo aver sanato tutti gli altri creditori. Cioè mai.
La semplificazione del mio racconto farà dire al lettore: possibile che esista una legge così? Lo specialista avrà modo di precisare che questo credito ha una vita speciale: durante un breve tempo iniziale dall’emissione è profittevole. Poi, improvvisamente, diventa illiquido e chi ce l’ha se lo tiene senza speranza di trasformarlo in denaro.
Ministro Calenda, trascuro forse qualche trasformazione introdotta e da me ignorata?
Nell’ambito dell’oceano disastroso in giro attorno ad Etruria ed altre banche è stato introdotto qualche correttivo legislativo ai crediti subordinati? Se Lei mi dirà: –No… ma– io tiro un lunghissimo urlo di disapprovazione per dieci anni passati invano.
Carlo Forin