Martedì 18 luglio, con inizio alle 11 in piazza Campello a Sondrio, avrà luogo una manifestazione promossa da Radicali Sondrio, con cartelli e distribuzione di volantini, per chiedere l'immediata discussione in Consiglio Regionale delle proposte di legge di iniziativa popolare per la regolamentazione della cannabis terapeutica e per l'istituzione del registro dei testamenti biologici.
Sono infatti trascorsi oltre 13 mesi dal deposito in Regione Lombardia delle 12 mila firme necessarie e la legge del 1971, che disciplina la materia, prevede che il Consiglio Regionale abbia tre mesi per discutere la proposta, scaduti i quali avviene l'iscrizione automatica come primo punto all'ordine del giorno dei lavori d'Aula. Ciò nonostante i testi in questione non sono mai stati nemmeno calendarizzati.
Ci siamo rivolti ripetutamente all'istituzione regionale per denunciare la reiterata violazione dei diritti politici e civili dei cittadini lombardi e ci stato risposto che le proposte sono all'esame della Commissione competente.
Ma la legge, in proposito, è molto chiara, ribadendo al comma 3 dell'art. 9 che “Qualora la proposta non venga iscritta nel calendario dei lavori del Consiglio entro i termini indicati dal primo comma (90 giorni), essa si considera iscritta di diritto all’ordine del giorno del Consiglio e viene discussa nella prima seduta, con precedenza su ogni altro argomento”.
Se così non fosse, basterebbe bloccare qualsiasi proposta popolare nella fase preliminare al dibattito in Aula per vedere annullati i diritti politici dei cittadini.
Fra le firme consegnate lo scorso anno al Pirellone ve ne sono anche 1.200 circa raccolte in provincia di Sondrio: per questo consegneremo all'Ufficio Regionale locale una diffida per il Presidente del Consiglio Regionale lombardo, Raffaele Cattaneo, e per tutti i Consiglieri dal persistere nella violazione della legge 1/1971 che impone obblighi tassativi circa i tempi di decisione sulle proposte di iniziativa popolare, sebbene poi tralasci di sanzionare i comportamenti trasgressivi (cosa che invece capita per i comuni cittadini).
Nel volantino della manifestazione si chiede anche conto al Comune di Sondrio della mancata entrata in vigore, a oltre un anno dall'adozione, del registro del testamento biologico.
La causa di questo stallo sarebbe il mancato ottenimento del parere favorevole da parte del Garante per la protezione dei dati personali, previsto dall'art. 7 del Regolamento: chissà in virtù di quale supposto obbligo di autotutela di cui nessuno sentì il bisogno per le unioni civili.
Lo stesso articolo, tuttavia, prescrive che in questo caso il Presidente del Consiglio Comunale informa il Consiglio stesso dando avvio all'iter di revisione, che potrebbe consistere semplicemente nell'abrogare il famigerato art. 7.
Poiché già da tempo 161 Comuni hanno deliberato l’istituzione di un registro del testamento biologico, risultando operativo quindi per più di 12 milioni di italiani a livello locale (quasi il 20% della popolazione), appare quanto meno strano che a Sondrio si sia approvata l'unica normativa che non trova applicazione pratica.
Gianfranco Camero
per RADICALI SONDRIO