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Anna Lanzetta. L’Italia divorata dai roghi
15 Luglio 2017
 

È uno scempio quello a cui stiamo assistendo in questo periodo. Molti roghi assediano il nostro territorio falcidiando la natura e il lavoro dell’uomo. Molte regioni sono colpite da questo flagello che mai negli anni passati era apparso in tutta la sua tragedia e che ci coglie impreparati e privi di mezzi adeguati. Infiniti roghi pullulano in molte regioni, non certo per colpa del caldo anche se complice. Il fuoco che divampa e divora è frutto essenzialmente di azioni sconsiderate di chi lo produce arrecando offesa alla natura, all’ambiente, all’uomo ma essenzialmente a sé stesso, immemore che l’uomo è parte integrante della natura.

In un momento di crisi del paese, invece di unirci per difendere il nostro patrimonio paesaggistico, preservarlo e proporlo in tutta la sua bellezza, quale nostra ricchezza indiscussa, non si pensa che a deturparlo e a distruggerlo. Si fa sempre più strada l’inciviltà, che pone l’uomo in uno stato di assoluta inferiorità.

Chi e quando ci ridarà il nostro patrimonio boschivo e la ricchezza delle nostre terre? Il fuoco rende l’aria irrespirabile a danno di uomini e delle nostre coltivazioni e una nube densa di fumo copre il cielo.

Si chiede da parte di tutti e in particolare di chi è addetto con leggi a tale compito, rigore, tutela e vigilanza contro coloro che immemori del senso di appartenenza si arrogano il diritto di distruggere.

Azioni così gravi e mostruose non sono più tollerabili e non devono passare inosservate alla coscienza di chi si reputa uomo e parte di una comunità. È necessario sensibilizzare tutti verso un problema che cresce a dismisura. La natura ha bisogno della nostra unanime collaborazione per essere tutelata e difesa se vogliamo crescere in progress. Abbiamo bisogno di educarci e di capire l’importanza che ha l’ambiente per la nostra sopravvivenza.

Come cambiare chi ha la vista annebbiata? Chi si lascia avvinghiare dal sonno della ragione? Chi distrugge impunemente ciò che appartiene a tutti noi? Non bastano le leggi. La risposta è da ricercarsi nella coscienza di tutti ma essenzialmente di chi compie tali flagelli. La coscienza è l’unica in grado di risvegliare nell’uomo quello spirito di appartenenza che rende caro ad ognuno ciò che è patrimonio comune. La “parola” scritta, diffusa e letta diventa pertanto l’arma più potente se utilizzata in ogni luogo per sensibilizzare e mutare in positivo pensieri lugubri e cattivi che vengono alimentati in chi forse non ha mai rivolto alla natura uno sguardo di amore e di apprezzamento. Solo il richiamo alla propria coscienza attraverso una forte e costante riflessione è in grado di svegliare dal torpore della negligenza chi non pensa alle conseguenze di atti sconsiderati, chi si crede forte di fronte a una natura che non può difendersi, senza capire che in quel rogo disarma sé stesso e diventa poi sempre più vulnerabile nei confronti di forze che gli si rivolteranno contro. Solo la coscienza potrà richiamarlo alla ragione, mostrargli tutta la sua meschinità e la sua pochezza e fargli sentire vergogna, una vergogna atroce che si muti in uno spasmo sempre più fitto a fronte del giudizio delle generazioni future.

 

Nel mio libro, appena pubblicato dedicato alla natura e all’ambiente, Armonie di un giardino toscano, in un rapporto temporale con me bambina, concludo dicendo che il mio più grande desiderio è vedere di nuovo Eos, la rosea Aurora tingersi di un non colore brillante, pronta ad allietare l’uomo, il creato tutto, e spandere ogni mattina sugli uomini la rugiada della vita, l’essenza della bellezza e dell’armonia dell’universo perché ognuno inebriato si interroghi sul proprio operato e capisca che nulla è più triste che negare al proprio figlio il respiro della vita in tutta la sua purezza.

Si riportano alcune pagine del libro:

- L’ambiente, nostro habitat naturale, appare sempre più preda della nostra incuria che si può combattere solo con la piena consapevolezza di ciò che avevamo e di ciò che oggi determina l’invivibilità del pianeta. Dovremmo tutti acquisire piena coscienza del problema e risentire il richiamo della “fonte della vita” a tutela della nostra vita. Sarebbe bello e auspicabile dipanare dal cielo la fuliggine che lo ottenebra e riprendere a viaggiare su una nuvola rosa in un cielo terso, risalire sul dorso di un delfino e assaporare l’ebbrezza di correre in un mare limpido e ospitale al corteo delle Nereidi; ritornare ad abbracciare alberi, boschi e foreste e riscoprire il lungo respiro della natura al magico suono di Orfeo. Dovremmo… ma non possiamo se non uniti contro il nemico comune dell’indifferenza, del guadagno, di ciò che impropriamente chiamiamo “progresso” perché ne sviamo il senso.

- L’ambiente, come la vita di ognuno di noi, è un giardino che diventa arido se si lascia incustodito, ma che può dare frutti copiosi se si coltiva con amore. La scelta è affidata alla nostra intelligenza e lungimiranza.

Ho amato e amo la natura, immenso e bellissimo giardino del creato che l’arte ha ripreso in tutto il suo splendore. Amo ascoltare la sua voce amica, quella che mi giunge dall’ambiente nel quale vivo e che in ogni ora del giorno mi chiede di essere conservato.

Vivo il mio rapporto con l’ambiente con la spontaneità e la leggerezza di quando ero bambina ma arricchito dalla consapevolezza della sua importanza e della mia maturità.

- Rapita dall’armonia del cosmo, tutto mi appare fantastico mentre ad occhi chiusi viaggio come novello Icaro in una fantasmagoria di colori, in un arcobaleno di suoni e di profumi, di una natura che mi sorride, al di là del sogno, nelle vesti di Eos.

 

 

Anna Lanzetta, Armonie di un giardino toscano. Racconti, arte, mito e fantasia, Regione Toscana Consiglio Regionale - Edizioni dell’Assemblea

Il volume è in distribuzione gratuita.

Il libro si può leggere o scaricare direttamente sul sito della Regione Toscana


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