Lungo, paziente e incessante il lavoro di informazione e coscientizzazione svolto nel corso degli ultimi cinque mesi dal comitato popolare attivatosi a Morbegno alla “fuga” (e il termine risulta appropriato considerando la tradizionale assenza di trasparenza degli amministratori della sanità in provincia) della notizia che il Pronto Soccorso dell'ospedale cittadino avrebbe perso l'apertura notturna e la postazione Areu. L'iniziativa civica avviata dalla petizione popolare massicciamente sostenuta ha visto attivarsi, dapprima in modo disordinato e un po' confuso, i sindaci del Morbegnese, qualche forza politica organizzata e poi, via via, i vicariati della zona e le rispettive comunità cristiane, i comitati di zona della Città etc. etc. La presa di coscienza, il confronto e l'approfondimento hanno consolidato una diffusa conoscenza dei termini complessi della questione sul tappeto che, accanto alla costante vigilanza di Salviamo la nostra sanità e malgrado la negazione di importanti momenti di partecipazione democratica quali l'audizione diretta dei direttori delle aziende/agenzie sanitarie e la tempestiva attivazione della cabina di monitoraggio cui il comitato stesso aveva proposto di poter dare il proprio contributo, consentirà forse ora di addivenire a una proposta condivisa di territorio nell'ambito del contesto normativo e programmatorio regionale.
La strada istituzionale individuata, in continuità con la disattesa elaborazione dei sindaci del Morbegnese del 4 aprile 2014, passa per il Consiglio comunale straordinario di Morbegno, convocato sul tema per martedì 18 luglio e per la migliore preparazione del quale il comitato ha accolto l'invito a partecipare al tavolo della conferenza dei capigruppo nel lavoro comune di questi ultimi giorni. La realizzazione del presidio ospedaliero territoriale, la cui sperimentazione l'Azienda Socio Sanitaria Territoriale ha annunciato aver già avviato dal 1° maggio con l'attivazione dei reparti di Riabilitazione Generale Geriatrica e Sub Acuti, dovrà essere perseguita con la massima efficacia – ed è questo l'intento unitario di gestori responsabili della sanità, società civile e istituzioni del territorio – ma per la totalità delle risposte ai bisogni di salute espressi. In tale progettualità condivisa sono pertanto a pieno titolo da includere il “Pronto soccorso alpino”; la riapertura tempestiva della Riabilitazione Cardiologica e della Medicina Generale; l'implementazione delle attività ambulatoriali e, in particolare, il raddoppio di quella Odontoiatrica e l'ottimizzazione di quella Ortopedica con il ripristino dell'impiego di personale specialistico strutturato per la prima e il completamento dell'équipe della rispettiva unità organizzativa presso l'Ospedale di Chiavenna per la seconda; l'efficientamento dei servizi diagnostici.
Un'estesa e attiva partecipazione al consiglio straordinario costituirà il miglior modo anche per i cittadini di concorrere a rendere irrinunciabile questo programma di rilancio e avviarne concretamente la repentina attuazione. (Red.)