Io vi ho già dato più volte il significato di ‘connettore (sin) -della- Terra (a) -al- Cielo (u)’ per a.sin.u zumero.
Era noto ai primi cristiani che rappresentavano il Cristo in Croce con testa d’asino, come vi può comprovare il Gruppo Archeologico di Aquileia.
Ma queste cose sono state tenute nascoste ai sapienti e agli intelligenti e rivelate ai piccoli.
– Siate miei asini – dice il Signore, – il mio giogo è dolce ed il carico è leggero. – Confermo, io sono asino di GESH.UB.
Zaccaria vi conferma: Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina.
Gesù è giusto e vittorioso. Cavalca un asino. Non solo me. Da tanti anni sto in mezzo al popolo minuto. Sono convinto che Monja, che aiuta a ore nelle case ed ha perduto la ventiduenne Gessica proprio a Pasqua 2017 ed ha avuto la forza di teatrare l’evento cantando emozionata con l’altra figlia Genni che ballava, è felice di essere un’asina così.
Adesso, sapendo di dover combattere duemila anni di asinerie culturali, covate da insegnanti asini per discepoli asinizzati (col significato inconsapevole di incapaci di apprendere) vi porto l’esempio di come sant’Agostino tradusse il Metamorphoseon libri XI di Apuleio: Asino aureo. Intendeva: asino d’Horo: Apuleio dichiarò nella terza te.le.ta – ‘natura (ta) -che- connette (te) -a- Dio (El)’ – di essere indeizzato da Horo e in tutti i nomi usati nelle Metamorfosi il significato religioso non compreso dagli insegnanti asini (terreni). Ho in mente quell’insegnante in pensione che negò in un dibattito questa lettura di Apuleio. Lo ribadisco non per insultare quell’insegnante ma per convincere me che la mia lettura chiede, forse, lo studio del zumero ed è isolata.
Scusatemi se sarò ancora ripetitivo per qualcuno. Horo è il figlioletto di Iside. Nel primo mezzo millennio dell’età d.C. rivaleggiò con Gesù bambino. Le madonne nere di tutta l’Europa sono venerate dai cristiani. Sono state costruite in origine come effigi di Iside con Horo. Gesù ha vinto. Pazienza per gli asini radicati a terra.
Io non manco di sottolineare l’uguaglianza tra l’egizio Horo ed il zumero HURU.
Sono certo di essere l’unico ad evidenziarvi il dettaglio: H è tutto ciò che ho imparato riassunto con l’incipit di
hubur
netherworld (hab, ‘to rot, stink’, + ur2, ‘root; base’).1
H preposto ad ubur invita a completare con h ubu r.
R, ro in gr., ras- in ebr., resh in etrusco = sole+luna, vel rash, da cui rash-na o rash-en-na, sole+luna-signore Saturno-generazione, in zumero-hurrico. La h di rash può venir sottolineata, h, perché numente, ovvero fa essere in mezzo agli uomini la divinità.
hur, ur5 [HAR]
n., hole; limb, stem, handle (Akk. hurru(m), ‘hole’; Orel & Stolbova #1375 *hur- ‘hole’, ‘pit’ derived from #1375 *hur- ‘dig’, Akk. heru(m) II, “to dig, excavate”).
v., to scratch, mark, draw, sketch, inscribe, incise, outline; to grind; to dig (many small explosive sounds + ur3, ‘to drug’).
adv., ever (after or again) (Akkadian loanword hurri).2
hur-sag
hill-country; mountainous region (‘holen, valleys’ + ‘points, peaks’).3
San Paolo:
Fratelli, voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Carlo Forin
1 John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 114.
2 Ivi: 115-116.
3 Ivi: 116.