26. L'uomo ha costruito le città per soddisfare la sua struttura di essere sociale, alcuni preferiscono starne al di fuori per non sentire sulla loro pelle la vicinanza di chi ha perso il senso della necessità di produrre per restare nel mondo. Agli animali il senso della vita è ben chiaro: senza campagna non esiste vita. Al tavolo bianco dell'ordine professionale si insiste sulla necessità di rendere scientifica l'urbanistica, io insisto che il vocabolo urbanistica è limitativo: sarebbe più giusto parlare di territorio in senso poetico... i miei vicini mi guardano con occhi compassionevoli, per loro è quasi offensivo essere visti come poeti e non come tecnici, a loro sfugge che anche la tecnica è poesia.
Chiedo alla mia biro di darmi una mano per non offendere chi forse è in buonafede quando asserisce che la città è motore di ogni progresso.
Disegno due animali fantastici, un'erma con un efebo con capigliatura barocca, una fruttiera con arance e mele, sul fondo la città classica.
Una donna muove le braccia per indicare il tempio dorico sul fondo, i suoi capelli sono mossi dal vento che arriva dal mare, io sento il profumo del sale: il disegno mi porta lontano in una delle tante isole greche perse nell'azzurro dell'Egeo, le ho raggiunte navigando sullo scafo nero di bitume con vela quadra bianca, sento il piacere del costruire che il profumo del mirto e del rosmarino mi san suggerire. In mezzo alle Alpi i profumi sanno di legno appena tagliato, sanno di latte e di fumo di larice secco: come puoi accettare un moderno che vuole l'architettura uguale a Creta e a Madesimo? Gli architetti hanno accettato la noia del sempre uguale, i cataloghi dell'industria tolgono alla mente la fatica di pensare.
Giuseppe Galimberti
Disegni per raccontare il pensiero di un'epoca
0. | 1. | 2. | 3. | 4. | 5. | 6. | 7. | 8. | 9. | 10. | 11. | 12. | 13. | 14. | 15. | 16. | 17. | 18. | 19. | 20. | 21. | 22. | 23. | 24. | 25. | 26. | 27. | 28. | 29. | 30. | 31. | 32. | 33. | 34. | 35. |36. | 37. | 38. (segue)