La Camera dei Deputati ha approvato ieri un ordine del giorno sulla finanziaria presentato da Sergio D'Elia (Rosa nel Pugno) e Luciano Pettinari (Ulivo) che impegna il Governo a porre rimedio ad alcune previsioni contenute nella finanziaria che incidono particolarmente sui costi della politica.
Il primo firmatario dell'ordine del giorno Sergio D'Elia, dopo aver rigettato la proposta del Governo di accoglierlo come raccomandazione, ne ha chiesto la messa ai voti. A quel punto, il Governo ha espresso parere favorevole all'ordine del giorno eccetto che su un punto del dispositivo relativo alla soppressione delle scuole di formazione di vari ministeri a seguito della istituzione prevista dalla finanziaria della scuola nazionale della pubblica amministrazione (comma 581). Nel voto per parti separate anche questo punto del dispositivo è stato approvato dalla Camera con il concorso di una parte dell'opposizione e di una parte della maggioranza.
I primi due firmatari D'Elia e Pettinari hanno dichiarato quanto segue:
«Di fronte ad una legge finanziaria particolarmente pesante è indispensabile porre fine a sprechi, costi impropri, spese ingiustificabili o, peggio, funzionali all'acquisizione e al consolidamento di consensi clientelari, di potere e di sottopotere dei partiti. È il problema che hanno posto Cesare Salvi e Massimo Villone con il loro saggio I costi della politica e che i radicali hanno portato all'attenzione del paese già nel 1977 e poi, di nuovo, con il referendum contro il finanziamento pubblico ai partiti vinto con il 90,3% dei voti degli italiani».
Sull'approvazione avvenuta ieri alla Camera dei Deputati dell'ordine del giorno sulla finanziaria che impegna il Governo a porre rimedio ad alcune previsioni contenute nella finanziaria che incidono particolarmente sui costi della politica, Rita Bernardini ed Elisabetta Zamparutti, rispettivamente segretaria e tesoriera di Radicali Italiani hanno dichiarato:
«Di fronte ad una finanziaria "lacrime e sangue" sarebbe stato per noi inaccettabile che alcune previsioni contenute nella legge finanziaria aumentassero considerevolmente la spesa pubblica e i costi della politica, a vantaggio di particolari gruppi di potere. L'ordine del giorno D'Elia–Pettinari rappresenta un ottimo punto di partenza per rilanciare iniziative volte a contenere ulteriormente i costi della politica e a segnare un'inversione di tendenza rispetto al tradimento della volontà popolare che nel 1993 votò al 90,3% il referendum contro il finanziamento pubblico ai partiti».
(da Notizie radicali, 21 dicembre 2006)