Il 19 febbraio 2013 sono andato a trovare Patrizia Garofalo a Ferrara, in occasione della presentazione della mia raccolta di poesia Il silenzio dei violini alla Biblioteca Ariostea, un evento voluto dalla stessa Patrizia, che allora dirigeva la collana “Orizzonti” delle Edizioni Il Foglio letterario, in cui è pubblicato il libro.* Mi accompagnava il giovane poeta peruviano Steed Gamero. Abbiamo passato alcune ore a casa sua, fra i suoi ricordi, le sue fotografie (Patrizia era anche una fotografa sensibile), i suoi oggetti e i libri che amava. Ho tante memorie che mi legano a Patrizia: soprattutto le lunghe, appassionate telefonate e gli scambi di email. Ma desidero ricordare l’amica scomparsa il 2 giugno scorso attraverso quei momenti nella sua Ferrara, fissati in un articolo che ho scritto per TellusFolio. E attraverso alcuni versi che scrivo ora con dolore, commozione, ma anche un sorriso che mi nasce da dentro (e che immagino lei ora ricambi), tornando alla nostra “giornata fra poeti”.
È stato un momento intenso e lieto, abbracciare Patrizia e conversare con lei, che è ormai parte della mia “famiglia spirituale”, i cui legami sono composti da quel tipo raro di amicizia che Aristotele definì “amicizia basata sulla bontà”. L'abitazione di Patrizia – in cui si è trasferita pochi mesi fa, lasciando un antico palazzo nel centro storico in seguito al terremoto che l'anno scorso ha colpito la sua città – è un tempio dedicato ai rituali della poesia a del vivere. Alle pareti, alcune foto che lei stessa ha scattato in momenti diversi della sua vita sono collegate da rime e assonanze iconografiche. Parlano di silenzio ed eternità. Dovunque, nelle diverse stanze, oggetti e arredi che raccontano l'esperienza umana e artistica di Patrizia: il rituale della poesia. Abbiamo pranzato gustando il pane che la poetessa fa in casa, pomodorini e capperi raccolti dalle sue mani e trasformati poi in preziose delizie sott'olio: il rituale del vivere.
(Da: “Ferrara. Poesie sui Rom alla Biblioteca Ariostea”, Tellusfolio, 20 febbraio 2013)
A Patrizia Garofalo
Ogni giorno sceglievi
fra molti inizi
quello della tua rosa
fedele e inaccessibile.
La vita coniugava per te
l’esperienza e l’incanto,
come ore passate
fra poeti.
Nei tuoi occhi si è fermato
in un bianco acquerello
l’annuncio di una pioggia.
Roberto Malini
* Paul Polansky, Roberto Malini, Il silenzio dei violini, EIF, 2012, pp. 200, € 14,00.