Si è tenuto il 26 maggio, davanti al Palazzo di governo della Regione Lazio, un combattivo sit-in indetto da vari comitati ed associazioni territoriali con lo scopo di riportare all'ordine del giorno dei 'solerti' amministratori regionali tutta una serie di gravi questioni irrisolte: impianti nocivi, falde inquinate, fognature assenti, nuove procedure per la Valutazione d'Impatto Ambientale ecc.
Durante la manifestazione, una delegazione dei comitati presenti è stata accolta dai funzionari regionali, tra cui la dirigente dell'Area Rifiuti, Flaminia Tosini, e la segretaria dell'assessore Mauro Buschini. Alla richiesta di parlare della mancanza di un Piano rifiuti regionale, nonché dei problemi gravissimi delle falde inquinate lungo la Via Ardeatina ed all'Inviolata di Guidonia, i funzionari hanno semplicemente risposto di non essere titolati a discutere di questi temi. Ugualmente per ciò che riguarda i molteplici impianti a biogas che stanno sorgendo e quelli che si vorrebbero approvare su tutto il territorio del Lazio (Anzio, Artena, Pomezia, Anagni... e tutti quelli paventati dalla Giunta capitolina) e la nuova procedura di semplificazione della Valutazione d'Impatto Ambientale, elaborata ad hoc per tutelare gli interessi degli imprenditori proponenti.
«Degli impianti per rifiuti possiamo parlare» ha avvertito la Tosini «ma vi avverto: gli impianti ci sono necessari e li vogliamo!» Così la riunione si è dipanata su una serie di botta e risposta sull'inutilità e sulla nocività dei vari inceneritori, dei TMB e delle discariche che continuano a minacciare e condizionare la vivibilità di interi territori. Ma è stato un discorso tra sordi.
Alle associazioni e ai comitati del Lazio resta una sempre maggiore determinazione a organizzare risposte di informazione e di lotta territoriali contro l'altrettanto chiara intenzione della Regione Lazio di continuare ad autorizzare impianti pericolosi a tutto vantaggio del profitto privato.
– Per la redazione di un nuovo Piano regionale dei rifiuti che rispetti il loro ciclo naturale e per il recupero totale di materia, che contempli la chiusura degli impianti di discarica, degli inceneritori, dei TMB e il ricorso alla riduzione, al riuso, alla raccolta differenziata spinta, al riciclo dei rifiuti ed al compostaggio di qualità come recupero di materia, con tariffe puntuali per le utenze.
– Per la redazione di nuovi Piani regionali con le linee guida per le installazioni di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che tengano conto prioritariamente del rispetto del paesaggio, dell'ambiente, della biodiversità, della salute e delle culture locali, nonché delle volontà delle popolazioni dei vari territori. Per l’applicazione del principio di precauzione.
– Per la lotta alle “biotruffe” e alla proliferazione degli impianti a biomassa-biogas, anche attraverso la cancellazione degli incentivi pubblici agli impianti che producono biogas ed energia elettrica da biomassa (Decreto del 6 luglio 2012 del Ministero dello Sviluppo Economico) o una moratoria delle autorizzazioni. Parallelo è il rifiuto della digestione anaerobica e della combustione di biomasse, rifiuti e assimilati comunque mascherati (CSS e CDR), causa di produzione di effetti tossici e di nanopolveri.
– Per la cancellazione del famigerato “Decreto Clini” (D.lgs. n. 22 del 14 febbraio 2013) sui CSS nei cementifici, a causa dell'effetto nocivo e tossico della pratica dell'incenerimento sull'ambiente e sulla salute.
– Per la possibilità di partecipazione – all'interno delle Conferenze dei Servizi indette per le autorizzazioni ad impianti e le redazioni di Piani comunali, provinciali e regionali – garantita ai gruppi accreditati di cittadini (comitati e associazioni) e per la trasparenza totale e l'accesso agli atti pubblici concernenti autorizzazioni ambientali.
La lotta si fa sempre più necessaria!
Coordinamento regionale – No Inc di Albano
e i comitati di Guidonia e dei Monti Prenestini