Natale Luzzagni (a cura di)
Tanto vale vivere
Breve rassegna sui casi di suicidio
nel mondo letterario
Venilia Editrice, 2016, pp. 322, € 18
Tanto vale vivere si presenta come un’antologia molto originale per almeno due motivi: il primo quello di affrontare, con levità e delicatezza, la complessità tematica inerente al suicidio di 57 scrittori e poeti di nazionalità diversa, vissuti tra la fine dell’Ottocento e il Novecento e l’altro della tipica strutturazione unitaria dell’opera, organica tra le diverse parti, strettamente collegate tra loro, e nello stesso tempo fruibili autonomamente l’una dall’altra.
L’ideatore e curatore Natale Luzzagni (foto), studioso di arte, letteratura e cinema, affronta l’argomento con competenza, passione e straordinario impegno di ricerca nell’esteso mondo dell’informazione e armonizzando, in modo fluido – come nota Stefano Valentini nella prefazione – una varietà di registri (poesia, narrativa, saggistica, cronaca), offre al lettore una vasta gamma di possibilità di letture e conseguenti riflessioni.
Ma forse la lezione più bella di questo libro sta nel constatare che, terminata la lettura, non ne sappiamo più di prima sulle motivazioni che hanno indotto i suicidi all’estremo gesto, ma certamente conosciamo molti più particolari della loro travagliata esistenza.
Sono tutte persone dotate di talento e sensibilità: artisti, scrittori, poeti, famosi personaggi del mondo letterario che, pur avendo ricevuto tanto dalla vita, hanno preferito la morte. Perché? Non è dato sapere.
Si resta attoniti oppure si è portati a dare spiegazioni diverse: libertà, coraggio, fragilità, pazzia, amore…
«Talvolta» nota Luzzagni «nell’assistere alle disgrazie altrui c’è addirittura la sfrontatezza di un compiaciuto giudizio morale. Si indaga e …ci si scompone in considerazioni gratuite attorno ad ipotesi improvvisate».
È un rinnovarsi – pagina dopo pagina – de il male di vivere di chi è stato annientato dalla violenza del dolore. La vita, si sa, è una lotta continua: c’è chi combatte e vince e c’è chi combatte e muore.
Non tutti hanno ricevuto in dono la vena ironica e graffiante di Dorothy Parker (1893-1967) che con caustico senso dell’humor ha curato le proprie inclinazioni suicide:
I rasoi fanno male
i fiumi sono freddi,
l'acido lascia tracce
le droghe danno i crampi.
Le pistole sono illegali
i cappi cedono
il gas fa schifo.
Tanto vale vivere.
poesia posta in esergo e l’ultimo verso dà titolo al libro.
Una rassegna di 57 personaggi, ma anche un invito alla lettura o ri-lettura delle loro opere.
Sfilano personalità molto note come Sylvia Plath, Amelia Rosselli, Antonia Pozzi, e altre meno conosciute come Nadia Campana e Nika Turbino.
Nella sezione “Storie” vengono narrate con maestria le dolorose vicende di Emilio Salgari, Primo Levi, Lucio Mastronardi, Marina Cvtaeva, Virginia Woolf e di tanti altri. Segue la sezione “Il legittimo dubbio” riservata ai casi avvolti dal mistero: Allan Poe, Esénin, Thompson, Kawabata, Mackay e Vonnegut, la cui morte è avvenuta in modo così poco chiaro da lasciare il sospetto di suicidio.
Sul piano espressivo il testo è caratterizzato da uno stile in linea con la pateticità della situazione, senza retorica, ma ricco spesso di valori emozionali e di suggestioni. Lo scrittore Luzzagni anche se narra i fatti con certo distacco, ne interpreta i contrasti e ne sottolinea la drammaticità.
Ovviamente i casi di suicidio riportati nel volume sono “un numero parziale”...; esistono altre figure di scrittori e poeti che il curatore non ha preso in considerazione – così si legge in calce – «per ragioni pratiche e non a seguito ad esclusioni preventive».
Bellissime foto in bianco e nero accompagnano le “Citazioni” a firma di Sigmund Freud, Fernando Pessoa, Umberto Eco e altri autori famosi e le “Istantanee” (emblematiche quelle su Walter Benjamin -p. 243- e su Ernest Hemingway -p. 251-, sono flash su un particolare che però “dicono”… di tutta una vita.
Un’opera curatissima anche nei dettagli che coadiuvano a impreziosire il libro e rendere unica questa antologia.
Rievocando la morte del suicida, velatamente o, forse, implicitamente, Natale Luzzagni invita tutti ad “esser vivi adesso” facendo seguire la sua ampia e articolata introduzione da una significativa poesia di Martha Maideros:
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca o colore dei vestiti,
chi non rischia,
chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i
piuttosto che un insieme di emozioni;
emozioni che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti agli errori ed ai sentimenti!
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
chi rinuncia ad inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia e pace in se stesso.
Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di
gran lunga
maggiore
del semplice fatto di respirare!
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di
una splendida
felicità.*
Giuseppina Rando
* Attribuita erroneamente a Pablo Neruda, è stata pubblicata per la prima volta nel 2000 sul quotidiano Zero Hora di Porto Alegre, in Brasile.
Natale Luzzagni (Padova, 1969) lavora in ambito editoriale. Dopo varie collaborazioni con riviste culturali e case editrici diventa caporedattore de La Nuova Tribuna Letteraria occupandosi di articoli monografici su pittori di ogni epoca. Ha pubblicato brani su Jacopo da Bassano, Caravaggio, de La Tour, Magritte, Warhol, Hopper, Donghi, Cagnaccio di San Pietro, Migneco e molti altri. Dal 2007 è direttore editoriale de La Nuova Tribuna Letteraria, trimestrale di lettere ed arte, e titolare della Venilia Editrice (Lozzo Atestino, PD). Come autore continua a scrivere testi su argomenti relativi a pittura, letteratura, editoria e cinema. Assieme a Stefano Valentini cura le edizioni dei libri di Venilia Editrice e Valentina Editrice di Padova.