Democrito di Abdera, qui con me per un aperitivo all’Ápeiron, è sempre sorridente.
GIANFRANCO: «Dividendosi infinite volte un oggetto si distrugge».
DEMOCRITO: «Hai subito sbagliato: dividendosi un oggetto si distrugge se le volte in cui si divide sono in numero finito».
GIANFRANCO: «Dunque un oggetto è composto di materia e questa essendo qualcosa di finito: dividendosi si distrugge».
DEMOCRITO: «Noi siamo fatti di materia: siamo atomi e vuoto».
GIANFRANCO: «Che è come dire: essere e non essere. I quali sono pur sempre quelli di Parmenide».
DEMOCRITO: «Gli atomi sono l’ultimo elemento nel quale si può dividere la materia. Sono tutti uguali. E sono tutti pieni. Sono l’elemento non ulteriormente divisibile».
GIANFRANCO: «Il vuoto è assenza di materia. Puro non essere».
DEMOCRITO: «In questo senso sembrerebbe che io mi discosti da Parmenide perché postulando il non essere io arrivo ad affermare che questo è pur sempre qualcosa».
GIANFRANCO: «Non credo. Anche Parmenide negando che esso sia qualcosa pur sempre afferma qualcosa di esso».
DEMOCRITO: «Tutte le cose che ci sono nel mondo hanno differenti qualità. Il cane è tale e non è il gatto. Io sono io e non sono te».
GIANFRANCO: «Queste qualità non sono qualcosa di originario ma derivano solo dal differente disporsi degli atomi nel vuoto che a questo punto sono le due cose originarie».
DEMOCRITO: «Gli atomi sono tutti uguali. Le loro differenze sono solo di forma, grandezza e posizione».
GIANFRANCO: «La chimica moderna avrebbe poi confermato le tue teorie».
DEMOCRITO: «No. I pazzi hanno suddiviso l’atomo in elettroni, protoni e neutroni e poi hanno trovato una particella ancora più elementare: il quark».
GIANFRANCO: «L’esistenza del vuoto è dovuta al fatto che esso è necessario per il movimento degli atomi».
DEMOCRITO: «Gli atomi tutti insieme concorrono in uno spazio vuoto. E così essi vengono divisi dai vortici. I più pesanti rimangono al centro, i più leggeri vanno alla periferia».
GIANFRANCO: «Cos’è questo movimento degli atomi?»
DEMOCRITO: «È il principio del dinamismo».
GIANFRANCO: «E perché non si muove il vuoto?»
DEMOCRITO: «Perché Parmenide ha detto della seconda via da percorrere per ricerca la conoscenza: L’altra che “non è” e che è necessario che non sia».
GIANFRANCO: «La divisione tra i più leggeri e i più pesanti crea le condizioni perché nascano le cose del mondo e gli infiniti mondi».
DEMOCRITO: «Aggregazione e disaggregazione degli atomi generano gli infiniti mondi. Il distruggersi di un mondo avviene quando un altro mondo lo investe».
GIANFRANCO: «È sempre dagli stessi atomi che si genereranno altri mondi e poi altri ancora».
DEMOCRITO: «Sai quanti sono gli atomi originariamente?»
GIANFRANCO: «Infiniti».
DEMOCRITO: «E sai che il movimento degli atomi nel vuoto è sia deterministico che causale?»
GIANFRANCO: «Si perché l’intero processo della formazione degli infiniti mondi è generato solo dall’urto e dal movimento degli atomi ciascuno dei quali è determinato a muoversi come si muove solo perché esistono delle determinate condizioni in cui esso si trova. Ed è un processo causale perché non c’è traccia di finalismo nella tua filosofia».