«Giordano, ciao» faccio io all’indirizzo di Giordano Bruno, filosofo nolano nato nel 1548.
BRUNO: «Ciao. E grazie per questo aperitivo all’Ápeiron».
GIANFRANCO: «Non so se tu sai niente di questi miei incontri. Voi filosofi arrivate per caso qui all’Ápeiron ogni sabato e io ne approfitto per offrirvi un aperitivo».
BRUNO: «E per discutere con noi sulle nostre teorie».
GIANFRANCO: «Dopo io trasformo tutto in un articolo che invio alla rivista telematica Tellusfolio».
BRUNO: «Quella diretta da Enea Sansi».
GIANFRANCO: «Allora sai tutto».
BRUNO: «Non so solamente perché non ci hanno servito le polpette di ceci e pecorino».
GIANFRANCO: «Arriveranno. Carmelo il cameriere sta servendo ancora gli stuzzichini».
BRUNO: «Vorrei anche la crema di topinambur».
GIANFRANCO: «Nelle due chiacchiere che noi facciamo io ti chiedo qualcosa della tua dottrina, come giustamente hai detto tu ma nel tuo caso ricadiamo in un momento delicato perché questa dottrina ti è costata la vita».
BRUNO: «Sono stato arso vivo».
GIANFRANCO: «Con te bisogna andare veramente con calma: non vorrei risvegliarti brutti ricordi».
BRUNO: «Mi ha mosso sempre uno sterminato amore per la vita che io ho proiettato nell’infinito dell’universo. Tutto è amore e tutto è infinito».
GIANFRANCO: «Hai anche respinto Dio come qualcosa che cadeva al di fuori della tua interrogazione perché per te Dio è la natura stessa».
BRUNO: «La mia è una religione naturale».
GIANFRANCO: «L’universo poi, come voleva Cusano, è un’infinità che si realizza in una molteplicità di cose».
BRUNO: «In fondo questo è come affermare, con Melisso di Samo, l’infinità dell’essere, uno e perfetto, di Parmenide».
GIANFRANCO: «Dove lo vedi questo infinito nel mondo degli uomini?».
BRUNO: «Noi siamo natura e il simile si conosce solo con il simile per questo noi ci amiamo».
GIANFRANCO: «Hai scorto anche la coincidentia oppositorum affermando che nell’universo, nella sua infinità coincidono il massimo e il minimo».
BRUNO: «La mia speculazione è monistica come quella di Talete di Mileto, di Anassimandro di Mileto e di Anassimene di Mileto: tutto si riduce alla natura (che è Dio) e che possiede gli attributi del Dio di Cusano».
GIANFRANCO: «Dalle tue parole traspira amore per il tutto».