Un disco straordinario, opera di tre musicisti di generazioni diverse ma di simile sensibilità e provienza, l'AACM di Chicago della quale Abrams è uno dei padri fondatori. Era dalla fine degli anni '70 che dei tre musicisti non comparivano progetti comuni documentati su disco, ognuno impegnato nei propri percorsi, finché grazie alla Biennale di Venezia, nel 2005 si sono rincontrati. Da allora e per una decina di volte si sono riproposti in concerto, sempre in maniera libera ed aperta senza nessuna composizione prefissata.
Anche queste registrazioni sono frutto di una seduta completamente live in studio, in cui sgorga un flusso di materia musicale , come un albero con radici ben piantate nella tradizione afro-americana e, contestualmente, i rami e le foglie aperti alle correnti aeree più contemporanee. Una musica dell'oggi, con un largo sguardo al domani senza dimenticare il passato. Una forma aperta e non free, come giustamente scrive nelle note George Lewis, costruita sulla capacità di ascolto reciproco e sulla fiducia nell'interscambio e nel dialogo fittissimo. Nessun prim'attore capace di soffocare gli altri con il proprio ego, ma tre distinte personalità che si mettono in gioco e rischiano in forme aperte investendo tutta la propria capacità empatica e di correlazione. L'abilità polistrumentistica dei tre è decisiva nel mutare di situazioni, i cinque lunghi brani sono affrontati in solo, in duo ed in trio alternando momenti riflessivi a momenti di crescita drammatica di volumi e di pathos espressivo. Formidabile l'uso dell'elettronica da parte di George Lewis: dall' evocare in "Soundhear" un giardino incantato con canto di uccelli a sostenere, sottolineare, precedere l'urlo spezzato delle ancie di Roscoe Mitchell o il suono possente e minimalista del pianoforte di Abrams.
Un album bellissimo e di difficile ascolto per noi, così poco abituati ad uscire da sentieri percorsi. Nessuna concessione e nessun riferimento se non alle proprie corde dell'anima: se si è in grado di concentrare la propria capacità introspettiva e l'attenzione dovuta questa musica suonerà come un balsamo capace di far dimenticare tutte le brutture che quotidianamente il nostro orecchio percepisce. Per me, meraviglioso. Astenersi se fans di Wynton Marsalis.
Roberto Dell'Ava
Personnel
Muhal Richard Abrams - piano, bell, bamboo flute, taxi horn, percussion
George Lewis - trombone, lapto
Roscoe Mitchell - soprano saxophone, alto saxophone, percussion
Track listing
Scrape
Bound
Dramaturns
Soundhear
Streaming
Etichetta
Pi Recordings
VALUTAZIONE: * * * * *