«Questo è il luogo del massacro avvenuto nel quartiere Al Sukkari, che ha provocato 120 martiri». La scritta commemorativa rendeva omaggio alle vittime cadute il 16/06/2014 nel popoloso quartiere di Aleppo a seguito dell’esplosione di due barrel bombs sganciate dai velivoli del regime di Bashar al Assad. Ora che l’intera area è di nuovo sotto il controllo del governo di Damasco, la scritta è stata completamente coperta.
«Stanno cercando di cancellare la storia, la memoria delle stragi degli innocenti», scrive un medico rimasto in zona, che ben ricorda quel massacro. «La differenza tra il regime e l’Isis», commenta un attivista, «è che l’Isis aggiunge a quel nero slogan menzogneri, mentre Assad non ha bisogno di farlo».
La notizia è stata diffusa oggi da alcuni oppositori e giunge pochi giorni dopo il ripristino, all’ingresso meridionale della città di Hama, della statua di Hafiz al Assad. Il regime si sente forte e sta rimarcando il territorio. In rete gli attivisti rimasti nella martoriata città di Aleppo giurano che non dimenticheranno i propri morti.
Asmae Dachan
(da Diario di Siria, 20 febbraio 2017)