...ne vuoi calzini...?
un modo insolito, ho pensato, di scongelare il silenzio dei giorni che seguono una sepoltura.
...no, mamma, li ho...
...papà ne aveva tanti...
...
...vediamo...
In effetti, il mosaico di blu, marroni e grigi era solo un vuoto apparente in quel cassetto zeppo.
Ma solo adesso penso al senso dei calzini, al senso di quella riserva, al senso... dei calzini di mio padre.
In un sacchetto di carta li ho portati con me.
In un contenitore di plastica li ho sistemati senza un criterio preciso.
E ogni giorno da allora ho indossato i calzini di mio padre.
I calzini di mio padre non sono invincibili, anche se per tanto tempo da allora non ne ho più comprati.
Poi, qualcuno non ce l'ha fatta, qualcun altro si è perso in lavatrice, altri ancora non hanno più dato notizie.
Poco a poco, qualche volta per necessità qualche altra per carità, ho comprato nuovi calzini.
E col passare del tempo sempre più spesso la mattina mi sono chiesto se quelli che sceglievo fossero ancora i calzini di mio padre.
Fino a quando non ho saputo più dare una risposta... fino a quando ho anche temuto di non averne più.
Oggi, dopo dieci anni da quel silenzio, da quel cassetto, da quel sacchetto, so per certo che ogni giorno, qualunque sia la scelta del mattino, io continuo a camminare nei calzini di mio padre.
Salvo Giuffrida
(11 febbraio 2017)
Salvatore Giuffrida (1965), laureato in Architettura, è ricercatore di Estimo presso la Struttura Didattica Speciale di Architettura di Siracusa dell'Università di Catania. I suoi interessi scientifici e le sue pubblicazioni si rivolgono alla valutazione dei processi di riqualificazione urbana con specifico riferimento alla questione dei centri storici, dei beni culturali e del paesaggio. Originario di Messina, vive a Palermo.