Come petali dell’oltre
La geometria studia lo spazio delle forme e le relazioni tra loro.
Il filo d’Arianna, armonicamente attorcigliato, prende le sembianze di una rosa e custodisce il mistero del labirintico esistere: stringi il bandolo e non aver paura.
“Geometria della rosa”, è metafora della parola poetica, che ha il potere di condurre nella prossimità dei segreti dell’anima, di ascoltare echi segreti di cosmi lontani, mentre cattura vibrazioni e colori per svelare verità ancestrali.
Ciò che non è eterno non è reale, ma è un esilio che dura.
Il reale è dolore, è lo spazio del multiforme esistere, in cui guerre e ingiustizie soffocano la sete di purezza che, come Ofelia, rimane vittima degli eventi.
La sensibilità poetica si carica di veggenza, per decifrare messaggi nascosti, per captare gli echi segreti di cosmi lontani, che promettono l’infinito e dilatano l’anima nel silenzio.
La ricomposizione del puzzle della vita è racchiusa nei versi della Rando, in cui si trova il recupero dello spazio retrostante alla memoria, oltre il tempo delle umane cose fatte ombre, nell' incontro di universi paralleli.
È una fuga dalla mitica platonica caverna, dove si restringono e si atrofizzano i punti di vista dei prigionieri, dove si sperde il messaggio non colto.
Colui che esce riesce a dissolvere le ombre, infatti: le ombre della notte dell’io scompaiono e l'Assoluto si manifesta: l’asse del Corpo arcano/ intelaiato su maglie di sangue emana luce al ri-sorgere dell’alba.
Qui le voci dei morti mormorano/ nel fruscìo delle fronde e parlano d'amore.
L'ordine dell'esistere si ripristina in un'anima appagata e nel volto, trasfigurato in rosa, si verifica la deriva della verità: pieghe e rughe/ in giochi d'ombra e di luce/ s'aggrumano ai bordi del cerchio/ corpo dell'essere il volto... nel ritmo franto del pianto.
Versi incantevoli e sonori, dipingono immagini con variegati colori e vibrano di suggestivi suoni,che conducono nei meandri dell'anima, in un'evoluzione di potenza espressiva che la Rando puntualmente regala.
Piera Isgrò
Piera Isgrò è nata nel 1963 in Sicilia. Vive a San Donà di Piave (VE) dove insegna materie letterarie nelle scuole secondarie. Ha pubblicato le raccolte di versi L'Ossimoro esistenziale (1999), Le ipotenuse del cielo (2001), Stille di luce (2003), II lago capovolto(2006) Graziel (2009), Nonna raccontami. Favole (2012). È presente in varie riviste e antologie.