Giovedì , 21 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Il concubinaggio
Il cardinale Alfonso Lopez Trujillo
Il cardinale Alfonso Lopez Trujillo 
15 Dicembre 2006
 
Il cardinal Alfonso Lopez Trujillo spezza una lancia in favore delle cosiddette unioni di fatto. Senza accorgersene, ovviamente. Nell’intervista raccolta da Luigi Accattoli, per il Corriere della Sera di lunedì 11 dicembre, Sua Eminenza afferma di temere che «si arrivi a una legge che tratta delle unioni di fatto come se fossero matrimoni».
«Perché questo le pare inaccettabile?», chiede Accattoli. Sua Eminenza risponde: «Perché depotenzia la famiglia fondata sul matrimonio. Si prospettano delle alternative a essa altrettanto tutelate senza esigere gli impegni che essa comporta e dunque la si riduce a una condizione svantaggiata: se posso avere lo stesso senza assumere impegni, perché assumerli?» Tutele, impegni e vantaggi: questi i punti.
 
Sua Eminenza, dunque, ammette – e sarebbe già tanto, se si trattasse solo di questo – che la questione sia posta dall’esigenza di tutele. A questo punto gli basterebbe aggiungere che a queste tutele abbiano diritto solo le coppie unite nel sacramento del matrimonio per collimare il Catechismo(1) e il Codice di Diritto Canonico(2) al luogo comune. Ma si dà il caso che il matrimonio civile non sia un sacramento, anche se la Chiesa da qualche decennio ha qualche timidezza nel dirlo, per quanto nulla sia cambiato dai tempi in cui il matrimonio civile era considerato concubinaggio pubblico,(3) almeno sulla carta.
 
Con la sua affermazione, che non sfiora la differenza tra matrimonio religioso e matrimonio civile, Sua Eminenza ammette il porsi di una questione di tutele per una coppia unita in convivenza. Non ha importanza, al fine di ciò che egli afferma, perché queste tutele spettino ad una coppia di coniugi sposati con rito religioso o civile e non ad una coppia di fatto. Fatto sta che, se spettano ad una coppia di coniugi sposati con rito civile, non è la sacramentalità del rito religioso ad esserne la premessa sufficiente: queste tutele, dunque, spetterebbero anche a chi si è unito col rito civile. Che, per inciso, non vincola i coniugi all’indissolubilità del matrimonio, che è il cardine dell’unione sacramentale, stante il diritto al divorzio nel vigente ordinamento civile dello Stato. Né Sua Eminenza sfiora l’argomento della natura di queste tutele, poiché esse vengono assicurate dallo Stato e procedono, quale che sia la forma dell’unione, da una scelta consensuale basata su una delle infinite misure dell’affettività,(4) sicché neanche Sua Eminenza si sogna di metterle in discussione se in favore di coniugi uniti col rito civile. Quando la Chiesa chiede aiuto e sostegno in favore della famiglia, per esempio, non fa alcuna distinzione tra sposi uniti in matrimonio davanti a un prete o davanti a un pubblico ufficiale.(5)
 
Orbene, cosa teme il cardinal Trujillo? Teme che, se un modello di coppia non matrimoniale venga a godere di quelle tutele senza una contropartita di impegni pari a quella che si sottoscrivono in un modello di coppia matrimoniale, forme «alternative» al modello di coppia matrimoniale siano«altrettanto tutelate senza esigere gli impegni» che quello«comporta», si possa arrivare a ridurre quel modello a«condizione svantaggiata». Ebbene, la domanda con la quale Sua Eminenza crede di aver chiuso la questione, in realtà, la apre. Egli dice:«Se posso avere lo stesso senza assumere impegni [in realtà: assumendone in misura minore di quanto impliciti nel modello di coppia matrimoniale], perché assumerli?» Con ciò – ed ovviamente senza accorgersene – il cardinal Trujillo centra il punto in favore dei Pacs: perché alcune tutele dovrebbero essere assicurate a queste forme «alternative» di unione? Cioè: perché si dovrebbe ammettere un diritto che non sia corrispettivo del dovere che ne è contropartita? Ma, benedetto Trujillo, per lo stesso motivo per il quale matrimonio religioso e matrimonio civile sono equiparati nelle tutele pur nella evidente disparità di impegno assunto relativamente alla indissolubilità. Se taci sulla differenza che c’è tra matrimonio religioso e matrimonio civile, taci pure sulla differenza tra matrimonio e Pacs. Sennò, come minimo, lasci intendere che non intendi lasciare scelta nell’assunzione (consensuale) di impegni se non in una scala di valori di contropartita che la Chiesa intenda “concordare” con lo Stato.
 
E come sarebbe mai possibile? Il matrimonio religioso è un sacramento, quello civile non lo è; il matrimonio religioso è indissolubile, quello civile non lo è. Se alla laicità dello Stato è consentita la formulazione di modalità «alternative» all’unico tipo di «matrimonio valido» per la Chiesa – e il matrimonio civile lo è – perché i Pacs sarebbero concorrenti del matrimonio civile? Al massimo, sarebbero l’ennesima forma di concubinaggio che lo Stato ammette e sancisce. E allora perché non suonano più le campane a morte ad ogni matrimonio celebrato da un sindaco invece che da un prete?
 
Luigi Castaldi
(da Notizie radicali, 14 dicembre 2006)
 
Note
 
(1) Catechismo della Chiesa Cattolica: «Il matrimonio è una realtà ecclesiale» (1630). «È per questo motivo che la Chiesa normalmente richiede per i suoi fedeli la forma ecclesiastica della celebrazione del matrimonio» (1631). «Poiché il matrimonio stabilisce i coniugi in uno stato pubblico di vita nella Chiesa, è opportuno che la sua celebrazione sia […] inserita in una celebrazione liturgica, alla presenza del sacerdote (o del testimone qualificato della Chiesa)» (1663).
 
(2) Codice di Diritto Canonico: «Tra i battezzati non può sussistere un valido contratto matrimoniale, che non sia per ciò stesso sacramento» (Canone 1055 - §2). «Sono validi soltanto i matrimoni che si contraggono alla presenza dell'Ordinario del luogo o del parroco o del sacerdote oppure diacono delegato da uno di essi che sono assistenti» (Canone 1108 - §1).
 
(3) «Siamo a Prato, a metà degli anni ’50. Mauro Bellandi e Loriana Nunziati si sposano in municipio con rito civile. Monsignor Pietro Fiordelli, il vescovo, prende carta e penna, e scrive una lettera a don Danilo Aiazzi, responsabile della parrocchia dei due, il quale la pubblica sul giornalino diocesano: Oggi, 12 agosto, due suoi parrocchiani celebrano le nozze in Comune rifiutando il matrimonio religioso. Questo gesto di aperto, sprezzante ripudio della religione è motivo di immenso dolore per i sacerdoti e per i fedeli. Il matrimonio cosiddetto civile per due battezzati assolutamente non è matrimonio, ma soltanto l’inizio di uno scandaloso concubinato […] Pertanto lei, signor Proposto, alla luce della morale cristiana e delle leggi della Chiesa, classificherà i due tra i pubblici concubini e, a norma dei canoni 855 e 2357 del Codice di Diritto Canonico, considererà a tutti gli effetti il signor Bellandi Mauro come pubblico peccatore e la signorina Nunziati Loriana come pubblica peccatrice. Saranno loro negati i sacramenti, non sarà benedetta la loro casa, sarà loro negato il funerale religioso […] Infine, poiché risulta all’autorità ecclesiastica che i genitori hanno gravemente mancato ai propri doveri di genitori cristiani, permettendo questo passo immensamente peccaminoso e scandaloso, la Signoria Vostra, in occasione della Pasqua, negherà l’acqua santa alla famiglia Bellandi e ai genitori della Nunziati Loriana. La presente sia letta ai fedeli. Amen. La lettera fu letta da tutti i pulpiti di Prato, poco mancò che i panettieri si rifiutassero di vendere il pane alle famiglie Bellandi e Nunziati, che si videro costrette a querelare monsignor Fiordelli e don Aiazzi. I giudici concessero che le leggi della Chiesa non possono contenere norme che autorizzino le autorità ecclesiastiche a ledere un bene del cittadino tutelato dalle leggi dello Stato, ma la condanna fu simbolica: un’ammenda di 40.000 lire. L’indignazione della Santa Sede fu terribile e si levò alto un grido – indovinate quale – “laicismo!”. Via radio partì l’ordine a tutte le Nunziature Apostoliche d’Occidente di organizzare manifestazioni di solidarietà verso monsignor Fiordelli, di suonare ogni giorno le campane a morto per cinque minuti e di listare a lutto i portali di tutte le chiese italiane per un mese. Lo Stato italiano non cedette, il Vaticano deglutì bile» (Luigi Castaldi, Notizie Radicali 21/02/2006).
 
(4) Chissà, Sua Eminenza avrà letto da qualche parte di Adelina Parrillo, compagna e convivente, ma non moglie, di Stefano Rolla, uno dei due civili italiani morti nella strage di Nassiriya. Il 12 novembre la Parrillo si era recata, come i familiari delle altre vittime dell’eccidio, all’Altare della Patria per una commemorazione – la cosa deve far riflettere – civile, non religiosa. La Parrillo è stata allontanata e non vi ha potuto partecipare. La cosa grave non è che sia stato un sagrestano ad impedirle di entrare in chiesa per i funerali del suo uomo, in quanto pubblica concubina, ma qualche zelante rappresentante delle forze dell’ordine di uno Stato che si dice laico e – si noti bene – da un sacrario civile. Prendo ad esempio questo caso, perché la tutela cui la Parrillo non aveva diritto non era – nello specifico –relativa a pensioni di reversibilità e volture di contratto di affitto, né di eredità: la tutela cui la Parrillo non aveva diritto, al cospetto di questo Stato, era relativa al riconoscimento della sua condizione di donna che amava un uomo, che conviveva con lui – more sed non lege uxorio – e che dopo la sua morte voleva commemorarlo nelle forme che lo Stato aveva ritenuto degne per le compagne degli altri caduti, ad essi uniti in vincolo matrimoniale o di consanguineità. Se era una cugina di secondo grado, era tutt’altro paio di maniche: l’avrebbero fatta partecipare alla cerimonia.
 
(5) Dunque, la questione sta in questi termini: il cardinal Trujillo riconosce una naturale insorgenza di diritto a tutele da parte di una coppia unita in matrimonio e non può fare – o non vuol fare – distinzione tra matrimonio religioso e matrimonio civile. Pare comprendere quali siano i vantaggi di queste tutele, che peraltro sarebbero a carico dello Stato, certo non della Chiesa. E pare comprendere che la loro contropartita sia negli impegni che consensualmente si assumono: volendo graduarne l’intensità, secondo la logica dell’ortodossia cattolica romana, potremmo dire che essi siano: massimi nel matrimonio religioso; appena inferiori col matrimonio civile (non fosse altro per il fatto che esso non è indissolubile); e minimi con i Pacs.

Articoli correlati

  14 FEBBRAIO. SAN VALENTINO PER MOLTI MA NON PER TUTTI
  Diritti ora...
  Amore civile. Roma, 10, 11 e 12 maggio 2008
  Presepe e statuine gay: niente di cui pentirsi, anzi...
  Diego Sabatinelli. È necessario dirsi anticlericali?
  «Un errore molto grave che va corretto» la mancata chiarezza sui Pacs e «Chi vuole la scuola privata se la paghi da solo»
  Vizi e virtù “cardinali”. Il “capriccio” e la “prudenza”
  Pacs, De Lucia. Sull’art. 7 della Costituzione Napolitano sbaglia
  Pietro Yates Moretti. Unioni civili e Family Day
  Un milione e mezzo di italiani attendono i PACS
  Una famiglia “normale” a piazza Farnese
  Benedetto Della Vedova. Finanziaria e temi “eticamente sensibili”
  Nuovo Comitato Nazionale di Bioetica: e ora buon lavoro, non mancano i temi da affrontare a partire da Piergiorgio Welby
  Benedetto Della Vedova. Coppie di fatto
  "Dico" bene o male? Bene!
  Giovanni Climaco Mapelli. I “DiDoRè” di Brunetta e Rotondi non passeranno, dice il presidente dei senatori del Pdl...
  Diritti ora: Dico? Faccio! Tutti a Roma il 10 marzo
  Maria Bonafede: «Preoccupante il tono usato dai cardinali. Dov'è l'amore di Dio?»
  Coppie di fatto
  Unioni civili, Bernardini. Il disegno di legge del Governo non soddisfa Radicali Italiani
  L’articolo 29 e le assai libere interpretazioni dei vari Giovanardi
  Presepe Camera. Insultata in Trasatlantico da Gasparri (An)
  Carlo Troilo. I parlamentari: facciamoci i PACS nostri
  Il Centrosinistra fa sparire i PACS e l'Italia laica
  Boom di violenza sulle donne. La famiglia è un luogo ideale?
  Enea Sansi. Alchimia della famiglia
  Unioni di fatto. Intromissioni del vaticano per condizionare? Question time al Governo
  Pacs. Il papa è male informato
  Dico/pedofilia. Ecco smascherato finalmente il diavolo!
  Clara Comelli. Che succede in questo paese? Qualcuno mi aiuti a capire
  Andrea Panerini. Una riflessione sui DICO (ovvero i Pacs all’italiana) e la religione
  www.matrimoniodirittogay.it
  “Pacs, unioni civili, equalmarriage…”
  Vaticano/Italia. Interferenze nella nostra politica o un dialogo costruttivo?
  Pacs. «Anche due coppie gay nel presepe di Montecitorio»
  Dico. Una lezione in parlamento per illuminare su una realtà di fatto!
  Corte suprema California e matrimoni gay
  EveryOne. Milano ha un po' di attenzione verso i Rom, ma si può fare di più
  Milano. Calvario per i bambini Rom sottratti ai genitori
  Enrico Marco Cipollini. Al deputato Pier Ferdinando Casini sui diritti civili
  Zeno Gobetti. Il Cardinale e la Costituzione
  Gianni Somigli. Bimbinbilico
  La famiglia naturale? Verso la fine delle discriminazioni. Quando la casta fa avanguardia
  Francesca Ribeiro. La vera famiglia secondo Gesù
  Omosessuali e Vaticano: meglio morti che peccatori? Crolla il mito del “contronatura”
  Diego Sabatinelli. Stati Generali sulla Giustizia Familiare
  Matrimonio egualitario: prosegue l'iniziativa di Certi Diritti
  Krzysztof Charamsa. Anno Domini 2015
  Patrizia Garofalo. Caro Pisapia, si prenda cura dei fratellini Covaciu, sfortunati ospiti della sua città
  Diego Galli. Risultati della conferenza “Amore civile”
  Certi Diritti. La Corte europea dei diritti dell’uomo riconosce le famiglie gay
  Bologna. Il giudice conferma detenzione per Brenda, mamma Rom
  Elisa Merlo. Un'imperdonabile superficialità
  Primo Mastrantoni. Monti e la famiglia
  Valentina Vandilli. La storia di Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia
  Incontro controcorrente su “Famiglia e famiglie”
  Sono tutte famiglie!
  Benedetto Della Vedova. Non è la legge che inventa le “famiglie gay”
  “Matrimonio omosessuale. Diritto, Morale, Politica”
  Sulle unioni tra persone dello stesso sesso le associazioni lgbt vogliono il matrimonio
  Milano. Quattro bimbi Rom sottratti ai genitori in visita dalla Romania
  Coppie stesso sesso: Corte EDU condanna Italia
  Rispetto delle differenze, diversità come valore per una società moderna e laica
  Primo Mastrantoni. Claude Levi-Strauss, l'antropologo che rivoluzionò il concetto di famiglia
  Una lettera di Diego Sabatinelli, segretario della “Lega per il Divorzio Breve”
  Lapegrama: “Come andarono i fatti” di Maria Lanciotti
  Sergio Rovasio. Nozze gay in Argentina
  Alessandro Gallucci. Genitori per concorso
  Atti per matrimonio. Un'azione di “affermazione civile”
  Maria Lanciotti. La sof­fe­ren­za del bam­bi­no e il dop­pio le­ga­me
  Milano. EveryOne: “La poesia può cambiare il mondo”
  Le parole sono pietre
  Maria G. Di Rienzo. Il prezzo delle patate, e tra la folla Ipazia
  Maria G. Di Rienzo. Ihr Gluecklichen Augen
  Maria Lanciotti. Psicopatologia della famiglia contemporanea - 3
  Conferenza nazionale sulla famiglia. Fino a che persiste la discriminazione, no grazie!
  Mauro Biani. #Famiglia
  Maria G. Di Rienzo. Una storia banale
  Milano. Prosegue l'incubo per la famiglia Covaciu, cui le autorità hanno strappato i quattro bambini
  Giannino. Gender
  Vittorio Giorgini: I cattolici lo chiamano matrimonio naturale, De rerum naturalis et artificialis
  Linda Pasta. Diseguaglianze e donne gay
  Diritti gay e matrimonio. Italia lontana dall'Europa: disegno di legge
  A conforto di papa Ratzinger: L’importante per i bambini è non sentirsi figli di nessuno
  Primo Mastrantoni. Famiglia, convivenza, eterosessuali e omosessuali
  Maria Lanciotti. Psicopatologia della famiglia contemporanea - 2
  Quante violenze sulle donne. I numeri della sconfitta e il da fare
  Lidia Menapace. Il Papa e il Presidente
  Certificato anagrafico di famiglia: dal Consiglio Comunale di Livorno una lezione al Parlamento!
  Matrimonio omosessuale: sarà un sindaco leghista a celebrare il primo?
  Riforma del diritto di famiglia: i figli non sono tutti uguali per legge, per colpe o peccati altrui
  Peccato, reato e discriminazione: l'ordine Vaticano sull'omosessualità
  Famiglia? No, famiglie! Tutti a Milano l'8 novembre!
  Matteo Bonini Baraldi. La famiglia de-genere
  Maria G. Di Rienzo. Nel nome del “papi”
  Maurizio Morabito. Quale Famiglia per il Papa?
  Walter Mendizza. CATTOLAICI
  Giovanardi è il capo dei bla-bla-bla della politica italiana
  A chi spetta l’educazione oggi?
  EveryOne. Matrimonio LGBT, Vendola: “Diritti pieni, non dimezzati!”
  Sono liberi i quattro bambini rom strappati ai genitori
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.7%
NO
 29.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy