Forse è presto per me per parlare di un testamento morale e professionale, ma l'articolo/confessione pubblicato su The Post Internazionale in parte lo è. In queste righe mi racconto, da siriana, da aleppina che è al tempo stesso cronista della tragedia del suo popolo.
È passato circa un mese dall’evacuazione di Aleppo, da quei giorni terribili che hanno consegnato alla storia l’ennesimo genocidio consumato nell’indifferenza. Ora è arrivato il momento di ricominciare a scrivere, di raccontare cosa è successo dopo. Dove sono finiti i civili deportati, quali prospettive li attendono, se esiste, per loro un futuro. Aleppo, ma anche tutto il resto della Siria, a partire dalla tragica situazione a Wadi Barada, pesantemente presa di mira dai bombardamenti del regime e dalle incursioni di Hezbollah, per passare a Idlib, città sotto il controllo degli insorti, dove si sono tenute le prime elezioni libere, nonostante i bombardamenti incessanti.
Asmae Dachan
(da Diario di Siria, 18 gennaio 2017)
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per The Post Internazionale