Genova – Mentre la Cina ha deciso di bloccare 85 centrali a carbone di nuova generazione, ritenendole troppo pericolose per la salute della popolazione e per quella dell’ambiente, il Ministro dello sviluppo economico italiano ha deciso di riattivare una delle più vecchie, obsolete, pericolose e inquinanti centrali del mondo: l’impianto di Genova. Stamattina si è tenuto un presidio in piazzale San Benigno, per dire no alla decisione irresponsabile del governo. Presenti al presidio numerosi cittadini e alcuni rappresentanti di associazioni ambientaliste e umanitarie, fra cui Legambiente, EveryOne Group, Genova in comune, L’altra Liguria. Legambiente ha esposto uno striscione con la scritta “No al carbone”, mentre EveryOne Group ha distribuito un opuscolo contenente un appello alle istituzioni locali, nazionali e internazionali – già inviato alle stesse dall’organizzazione per i diritti umani –, una lettera aperta al Ministro dello sviluppo economico, il testo della richiesta alla Asl di Sampierdarena affinché l’impianto venga ispezionato al fine di valutarne l’impatto inquinante e patogeno. Roberto Malini, dirigente di EveryOne Group, ha incontrato la madre di Simone, un bambino sofferente di una grave forma d’asma.
«Era preoccupata per i danni che il carbone provocherà nell’organismo del suo bimbo e io non ho potuto rassicurarla» ha detto l’attivista «perché se è vero che il nostro impegno contro l’orrore della centrale dei veleni di Genova è grande, è anche vero che le istituzioni non danno segni di ripensamento neanche di fronte ai dati più tragici. Ci sono troppi interessi dietro la riapertura della centrale: tanti orchi e pochi eroi. Noi ci batteremo con le armi della verità e della nonviolenza, senza risparmiare energie, raggiungendo tutte le istituzioni che possono fermare quel mostro inquinante. Questa è la nostra promessa, che porterà a un risultato positivo solo se incontreremo sul nostro cammino persone dotate di umanità e buon senso. L’asma di Simone e di tanti altri bambini, purtroppo, a causa dell’inquinamento da mercurio, arsenico, piombo, cadmio e altri metalli pesanti, subirà complicazioni sempre più gravi e potrebbe condurre, non dobbiamo nasconderlo, a un’insufficienza respiratoria letale. Non l’avremmo mai detto alla mammma di Simone, ma lei lo sapeva già».
Le associazioni che hanno partecipato al presidio stanno collegando le loro attività per sollecitare le organizzazioni preposte alla tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente ad agire tempestivamente per evitare che la città di Genova e una vasta area circostante ad essa venga avvelenata dalle emissioni tossiche della centrale.
EveryOne Group