Questa mattina aprendo le imposte ho visto bianco in terra e fiocchi leggeri e danzanti di neve che scendevano dal cielo grigio: meraviglia! non si sa da quanto tempo a Bolzano siano trascorsi inverni senza un solo fiocco di neve in città. Ieri sera andando a letto verso le 23 avevo visto un cielo notturno stellato e con una magnifica luna cui mancava uno spicchietto per essere piena. Uno sguardo all'una prima di addormentarmi e smettere di leggere mi aveva mostrato un cielo ingombro di nubi e mi aspettavo gelo, col timore che qualcuna delle persone senza fissa dimora abituali occupanti delle panchine di Piazza Mazzini, sotto casa mia, venisse ritrovata congelata. I bar sotto i portici lasciano fuori tavolini e sedie in modo che chi ne ha bisogno possa almeno sedersi al riparo da pioggia e neve. Ma l'inverno a Bolzano è temibile.
Però che non nevicasse mai era considerato un brutto segno, sia del clima, sia del lavoro e del guadagno: se non nevica calano i e le turiste che vengono a sciare e la stagione invernale è per gli albergatori e gestori di impianti di risalita un vero e previsto affare e per i contadini una promessa che gli alberi da frutta non moriranno di gelo e siccità, i boschi non crolleranno, insomma le stagioni ci sono e non per caso. Meno male che almeno loro rallentano, ma non mancano del tutto agli appuntamenti. Vale dunque ancora il proverbio “Sotto la neve pane, sotto l'acqua fame”.
Se posso attaccarmi a questo indizio di normalità, pure il lavoro per costruire l'alternativa dovrebbe essere utile e far sperare -non del tutto fideisticamente- che sia possibile non solo la imperante barbarie.
Lidia Menapace