Oggi, con un'interrogazione a risposta immediata ho chiesto al ministro per le Politiche per la Famiglia, Rosy Bindi, spiegazioni sullo stato dei fatti e sui rapporti tra il nostro Governo e lo Stato Vaticano. In particolare, il riferimento è alla vicenda del preannunciato disegno di legge sulle unioni di fatto. Le parole usate dall'Osservatore Romano per commentare la paventata legge del Governo sono state: «carattere ipocrita di queste iniziative» e «menzogne»; il cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del Consiglio vaticano per la famiglia l'ha definita come un «capriccio». L'agenzia stampa Sir, promossa dalla Conferenza episcopale italiana, ha espresso preoccupazioni per cose che non sono «priorità del Paese».
Ho chiesto se esistano in merito passi diplomatici del Vaticano nei confronti del Governo e se non si ravvede il tentativo di intromissione e di condizionamento, ancor più pericoloso perché condotto da uno Stato estero non democratico e teocratico, nelle decisioni di uno Stato democratico e non confessionale quale il nostro.
Nel rispondermi, il Ministro Bindi ha precisato quanto da me riportato sia espressione di organi di stampa e quindi non riconducibili ai rapporti internazionali tra il nostro Paese e il Vaticano (cosa che non vale per il cardinale Trujillo...). Il ministro ha inoltre ribadito come il Governo italiano si ispiri al principio della laicità dello Stato e che il dialogo con la cultura cattolica è un patrimonio per il nostro Paese. Concludendo il ministro ha precisato che il Governo attuerà tutti i provvedimenti del programma con cui si è presentato alle elezioni.
Ringraziando della risposta mi sono dichiarata soddisfatta sulla rassicurazione che il Governo non intenda farsi dettare la linea politica dal Vaticano, precisando che il dialogo dovrebbe esserci non solo con la religione cattolica ma con tutte le religioni.
Ho colto l'occasione per ricordare che vigilerò e seguirò con attenzione queste vicende, auspicando che tale atteggiamento di indipendenza e netta separazione tra il proprio credo e le leggi dello Stato valga anche per altre materie e per altre leggi che il parlamento dovrà accingersi ad affrontare in materia di bioetica.
Il riferimento è a testamento biologico, eutanasia, accanimento terapeutico, aborto e ricerca scientifica, nonché al fatto che il capo della Chiesa cattolica romana, Benedetto XVI, ha definito come un attentato alla pace alcuni comportamenti che sono normati dalle nostre leggi, o che potrebbero esserlo in futuro, come aborto, ricerca sugli embrioni ed eutanasia.
Concludendo ho ricordato che proprio oggi il Vaticano ha protestato ufficialmente contro il nostro Governo in merito al lancio dei volantini durante il passaggio di Benedetto XVI per le strade di Roma, volantini lanciati dalle finestre della redazione del quotidiano Il Manifesto, che recitavano «Papa, lasciaci in pacs». La libertà di parola credo valga per tutti, anche per chi, lanciando i volantini, ha sentito il bisogno di ricordare che siamo in uno Stato non-confessionale e democratico e non in uno Stato teocratico e non-democratico come il Vaticano.
Donatella Poretti