(…) Io salii al cimitero di guerra in un pomeriggio nebbioso… Nevicava rado e leggero: tutta la bianca nuda strada era per me, per me sola. Non aveva voci, neppure d’uccello, la cupa folla degli abeti; solo il mio cuore cantava sul ritmo delle sue parole più tristi. Al cimitero nessuno era andato da tempo: il sentiero era quasi intatto. Al cancello dovetti scavare con le mie mani la neve per aprire; ma poi all’interno, era così tesa ed immacolata la coltre bianca, che non osai imprimerla del mio passo pesante; colsi da un pino un ramoscello in forma di croce, lo misi tra le sbarre e venni via…
Antonia Pozzi, Tullio Gadenz
Epistolario (1933–1938)
A cura di Onorina Dino
Viennepierre Edizioni, 2008