Era fine novembre 2015, poco dopo gli attentati di Parigi. L’allora premier Renzi prometteva di combattere il terrorismo con la cultura e annunciava un bonus di 500 euro per tutti i diciottenni.
Ad un anno dal proclama e a due mesi dal “taglio del nastro”, apprendiamo dalla stampa che esiste un mercato nero dei bonus di 500 euro per i diciottenni, che se li “rivendono” acquistando libri per conto di terzi e chiedendo l’accredito della somma equivalente (scontata per incentivare il mercato) su carta prepagata. Magari con i proventi si compreranno il telefonino di ultima generazione.
Abbiamo criticato spesso l’uso di elargizioni economiche statali una tantum, conseguenza di una visione politica che non supera il proprio naso. In questo caso fa ancora più effetto, perché tocca il cuore dello sviluppo democratico di un Paese: cultura, educazione alla legalità, futuro. E ci fa vedere ancor più da vicino che la politica della mancetta è inutile e dannosa.
Inutile perché cultura e istruzione devono essere oggetto di investimenti di lungo periodo e i 500 euro del bonus diciottenni (per un budget complessivo di 290 milioni di euro) potevano essere spesi meglio: più fondi alla scuola o borse di studio agli studenti più meritevoli e bisognosi, tanto per dirne qualcuna.
Dannosa perché la possibilità di un uso deviato di quelle somme, pur ovviamente vietato dal Ministro e prima ancora dalle cosiddette norme vigenti, doveva essere previsto.
Era prevedibile, quindi evitabile. Ora, i diciottenni che hanno messo sul mercato nero i propri bonus rischiano una condanna penale per truffa aggravata ai danni dello Stato, pena minima un anno di reclusione. Segno che c’è da lavorare (e molto) anche sulla educazione alla legalità e al rispetto della cosa pubblica, in modo adeguato, sistematico e lungimirante.
Nel breve periodo invece, è indispensabile limitare i danni, poiché i buoni possono essere utilizzati fino a dicembre del 2017. Il Ministro della cultura deve immediatamente mettersi al lavoro per correre ai ripari ed inventarsi un modo che salvaguardi sia la destinazione d’uso delle somme stanziate (si inventi qualcosa, sistema di rendicontazione online degli acquisti, biglietti per concerti, musei, teatri ecc. nominali e non cedibili…) sia – e soprattutto – i ragazzi stessi, tramite il sito istituzionale, spiegando loro le gravi conseguenze penali dell’uso improprio dei bonus.
Emmanuela Bertucci
(da Aduc, 30 dicembre 2016)