Il movimento internazionale We Are Church appoggia il messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace e chiede che esso venga messo in pratica all’interno della Chiesa
Nel suo messaggio per il cinquantesimo anniversario della Giornata mondiale della Pace “La nonviolenza: stile di una politica per la pace” papa Francesco ha proposto il perseguimento della pace mediante la nonviolenza attiva. Egli ha indicato le molte situazioni nel mondo coinvolte in varie forme di violenza e ha chiesto ad ogni popolo di impegnarsi a riconoscere in ogni altro popolo una dignità simile alla propria.
Il movimento internazionale We Are Church appoggia questo importante messaggio ed impegna sé stesso e i propri membri nel mondo a praticare la nonviolenza in ogni manifestazione della vita collettiva e nella migliore gestione di ogni problema dell’umanità. Noi condividiamo il fatto che il papa, esprimendo le sue riflessioni critiche, abbia riconosciuto il ruolo di ogni popolo, di qualsiasi fede e di qualsiasi modo di vivere.
Vogliamo sottolineare che il messaggio per la Giornata Mondiale della Pace contiene un cambiamento di portata storica nei confronti di gran parte del precedente magistero della Chiesa. Papa Francesco è sulla stessa lunghezza d’onda dell’“Appello alla Chiesa Cattolica perché ritorni alla centralità della nonviolenza contenuta nel Vangelo” lanciato dalla Conferenza di Roma (11-13 aprile 2016) che fu “un’assemblea del Popolo di Dio, composta da laici, teologi, membri di congregazioni religiose, preti e vescovi provenienti dall’Africa, dalle Americhe, dall’Asia, dall’Europa, dal Medioriente e dall’Oceania”.
Il movimento internazionale We Are Church ha apprezzato specialmente quella parte del messaggio di papa Francesco che dice «Questo è anche un programma e una sfida per i leader politici e religiosi, per i responsabili delle istituzioni internazionali e i dirigenti delle imprese e dei media di tutto il mondo: applicare le Beatitudini nel modo in cui esercitano le proprie responsabilità. Una sfida a costruire la società, la comunità o l’impresa di cui sono responsabili con lo stile degli operatori di pace; a dare prova di misericordia rifiutando di scartare le persone, danneggiare l’ambiente e voler vincere ad ogni costo. Questo richiede la disponibilità di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo… La nonviolenza attiva è un modo per mostrare che davvero l’unità è più potente e più feconda del conflitto… Certo, può accadere che le differenze generino attriti: affrontiamoli in maniera costruttiva e nonviolenta, così che le tensioni e gli opposti [possano] raggiungere una pluriforme unità che genera nuova vita, conservando le preziose potenzialità delle polarità in contrasto».
«Noi chiediamo a papa Francesco e agli altri leader della Chiesa che il governo della nostra Chiesa sia coerente con quanto scritto nel messaggio» ha detto Sigrid Grabmeier, Presidente di We Are Church International. «Troppo spesso il Popolo di Dio è stato messo da parte o trattato con sufficienza. Il dissenso è stato nascosto sotto il tappeto o visto come pericoloso anche quando era espressione della nostra profonda fede. Noi ci sforziamo di trovare le occasioni per un vero dialogo e di proporre soluzioni creative ai problemi, come metodo per un clima pacificato all’interno della nostra chiesa».
Il movimento internazionale We Are Church ha invitato i suoi membri e i suoi gruppi a partecipare alla Giornata Mondiale della Pace con la preghiera, con lo studio su come agire secondo i principi della nonviolenza attiva e con l’impegno a seguire quanto detto da papa Francesco.
Roma, 29 dicembre 2016
We Are Church International